domenica 21 dicembre 2014

Un partito comunista e antistalinista di successo in Giappone

Il Presidente del PC Giapponese, Kazuo Shii
Le elezioni politiche in Giappone hanno confermato la maggioranza parlamentare al Partito Liberal-democratico di Shinzo Abe, il quale ha ottenuto il 61% dei seggi benché abbia raccolto solo il 33% dei voti nelle liste proporzionali. Il successo è stato principalmente dovuto al 48% raccolto nella componente maggioritaria, grazie alla quale ha potuto ottenere 223 seggi (sui 295 complessivi attribuiti con questo sistema di voto).

La principale forza di opposizione, il Partito Democratico (frutto dell'evoluzione in senso moderato del Partito Socialista, un tempo su posizioni marxiste) ha raccolto il 22% nel maggioritario ed il 18% nel proporzionale.

mercoledì 3 dicembre 2014

Moldavia: come trasformare i perdenti in vincitori

Igor Dodon, ex comunista, leader del Partito Socialista
Moldavo, filo-russo
Le elezioni moldave del 30 novembre scorso si sono concluse con un apparente successo dei partiti favorevoli alla Commissione Europea e all'Accordo di Associazione con l'UE, firmato pochi mesi prima della scadenza elettorale. Ai tre partiti della destra pro-UE (Partito Liberal- Democratico, Partito Democratico, Partito Liberale) sono andati 56 seggi su 101, sufficienti almeno sulla carta per insediare un nuovo governo di coalizione analogo a quello che ha retto la Moldavia negli ultimi 5 anni. In percentuali ai tre partiti è andato il 45% dei voti.

Se si analizza l'esito elettorale in maggior dettaglio si vede però che questa "vittoria" è più apparente che reale e soprattutto ottenuta con una serie di discutibili manipolazioni del quadro elettorale. Innanzi tutto va registrato che i tre partiti pro-Commissione avevano ottenuto il 52% dei voti nel 2010. Nonostante l'intensa attività a loro sostegno messa in atto dalla Commissione Europea e da alcuni degli Stati membri dell'Unione, in particolare dalla Romania, dove risorgono frequentemente mire tese a riassorbire la Moldavia dentro una "Grande Romania", malgrado l'avversità a questa ipotesi della stragrande maggioranza della popolazione moldava, i tre partiti di destra hanno subito un netto calo del consenso.