Il Partito della Sinistra Europea, fondato nel maggio 2004 a Roma, ha tenuto il suo IV Congresso a Madrid dal 13 al 15 dicembre 2013. Erano presenti circa 300 delegati in rappresentanza dei 26 partiti membri e 7 partiti osservatori e un centinaio di invitati di altri movimenti e forze politiche.
Il Congresso, secondo il commento pubblicato sul sito di Ensemble, il raggruppamento che fa parte del Front de Gauche francese, è stato quello "del consolidamento e della maturazione" del Partito della Sinistra Europea. Si sarebbe rafforzata la coesione e si starebbe passando progressivamente dalla confederazione di partiti nazionali ad un vero e proprio partito europeo, anche se, viene rilevato, esistono ancora reticenze da parte di alcune formazioni del nord europa (ma al congresso è intervenuto il leader del Partito di Sinistra svedese che pure non ha relazioni formali con SE) e dell'Est Europa.
Al centro del dibattito si sono trovate le questioni economiche e la lotta contro le politiche di austerità imposte dalla Trojka (FMI-BCE-UE) e che vanno di pari passo con la regressioni della democrazia sia a livello sovranazionale che dei singoli Stati. La SE si è posta l'obbiettivo di occupare un ruolo più importante nella lotta politica e di costruire un "fronte politico e sociale" in grado di pesare di più sulla situazione europea.
Valutando la prospettiva dell'Unione Europea, il documento politico afferma: "Se le scelte attuali vengono mantenute, la UE si ridurrà sempre più ad essere direttorio autoritario e generatore di regressione sociale in detrimento a qualunque idea di solidarietà o di giustizia europea. Noi proponiamo una rottura e un altro progetto europeo basato sull'interesse dei popoli e il rispetto della loro sovranità, al fine di ridare un senso alla costruzione europea. Per noi non si tratta di aspettare il crollo dell'Unione Europea, da cui potrebbero nascere mostri, né di promuovere soluzioni nazionaliste mettendo i popoli gli uni contro gli altri. La sinistra europea che noi rappresentiamo è internazionalista e solidale. Si tratta di un'alternativa socialista, di una civiltà libera dal capitalismo, dallo sfruttamento, dall'oppressione e dalle violenze che ne conseguono."
Molto duro il giudizio del documento sulla socialdemocrazia: "I socialdemocratici, che partecipano a 17 governi/maggioranze parlamentari in Europa, hanno sperimentato una riduzione progressiva dei loro risultati elettorali. Non rappresentano nessuna speranza, non hanno nessuna visione alternativa per le società e applicano l'agenda neoliberista nel continente. Sostengono il gran capitale e condividono con la destra la concezione neoliberista del mondo."
Quanto alla questione dell'euro, ampiamente dibattuta nella sinistra europea nei mesi scorsi, la SE afferma la seguente posizione: "La crisi della zona euro genera dibattiti a proposito della moneta unica, con alcune proposizioni fatte da alcuni paesi di lasciare o smantellare l'euro. Questi dibattiti sono perfettamente legittimi considerato quanto le politiche attuali, le priorità, i criteri e i risultati della UEM (Unità Economica e Monetaria) sono ingiusti, antisociali e non democratici. Tuttavia la SE non promette l'uscita dall'euro che non porterebbe automaticamente politiche più progressiste. Non risolverebbe il principale problema: il ruolo dei mercati finanziari e i poteri del gran capitale."
Molto duro il giudizio del documento sulla socialdemocrazia: "I socialdemocratici, che partecipano a 17 governi/maggioranze parlamentari in Europa, hanno sperimentato una riduzione progressiva dei loro risultati elettorali. Non rappresentano nessuna speranza, non hanno nessuna visione alternativa per le società e applicano l'agenda neoliberista nel continente. Sostengono il gran capitale e condividono con la destra la concezione neoliberista del mondo."
Quanto alla questione dell'euro, ampiamente dibattuta nella sinistra europea nei mesi scorsi, la SE afferma la seguente posizione: "La crisi della zona euro genera dibattiti a proposito della moneta unica, con alcune proposizioni fatte da alcuni paesi di lasciare o smantellare l'euro. Questi dibattiti sono perfettamente legittimi considerato quanto le politiche attuali, le priorità, i criteri e i risultati della UEM (Unità Economica e Monetaria) sono ingiusti, antisociali e non democratici. Tuttavia la SE non promette l'uscita dall'euro che non porterebbe automaticamente politiche più progressiste. Non risolverebbe il principale problema: il ruolo dei mercati finanziari e i poteri del gran capitale."
A grande maggioranza sono state approvate tre iniziative importanti:
1) una campagna per opporsi ai negoziati e al progetto del grande mercato transatlantico (Transatlantic Free Trade Area, TFTA);
2) un vertice sul debito da tenere a Bruxelles nel marzo del 2014;
3) l'organizzazione di un Forum europeo delle alternative previsto per l'autunno del 2014 che dovrà essere uno spazio politico nuovo aperto alle forze politiche, sociali e sindacali.
La nuova presidenza collegiale della SE, che resterà in carica i prossimi tre anni, è composta da Pierre Laurent (che è anche segretario nazionale del PC Francese), che è stato rieletto Presidente con il 78,6%, Alexis Tsipras (Syriza), Marisa Matias (Blocco di Sinistra portoghese), Maite Mola (Partito Comunista Spagnolo ed Izquierda Unida) e Margarita Mileva (Sinistra Bulgara).
Il Congresso è stato attraversato dai riflessi delle polemiche in corso nel Front de Gauche francese, sul tema delle alleanze coi socialisti nelle prossime elezioni amministrative di primavera. Il Parti de Gauche di Melenchon, contrario ad alleanze al primo turno come quella sottoscritta dal PCF per le elezioni comunali di Parigi, ha deciso di non votare a favore di Pierre Laurent quale Presidente dell'SE. Inoltre ha deciso di sospendere la propria partecipazioni al Partito fino alle elezioni amministrative, nonostante abbia condiviso l'esito complessivo del Congresso e la candidatura di Tsipras. La decisione di autosospendersi è stata criticata dal PCF ma anche da altre componenti del Front.
Il Congresso è stato attraversato dai riflessi delle polemiche in corso nel Front de Gauche francese, sul tema delle alleanze coi socialisti nelle prossime elezioni amministrative di primavera. Il Parti de Gauche di Melenchon, contrario ad alleanze al primo turno come quella sottoscritta dal PCF per le elezioni comunali di Parigi, ha deciso di non votare a favore di Pierre Laurent quale Presidente dell'SE. Inoltre ha deciso di sospendere la propria partecipazioni al Partito fino alle elezioni amministrative, nonostante abbia condiviso l'esito complessivo del Congresso e la candidatura di Tsipras. La decisione di autosospendersi è stata criticata dal PCF ma anche da altre componenti del Front.
Il Congresso ha inoltre deciso con l'84% di voti favorevoli di proporre la candidatura di Alexis Tsipras alla Presidenza della Commissione europea nelle prossime elezioni europee di primavera. Il mandato che gli è stato conferito dalla Sinistra Europea è di denunciare le politiche di austerità, di proporre la rifondazione dell'Europa e di non avallare le pratiche antidemocratiche della Commissione e delle altre istituzioni europee. La candidatura di Tsipras si opporrà a quella di Martin Schulz, il socialdemocratico tedesco il cui partito ha scelto di allearsi con Angela Merkel e ai conservatori tedeschi per costituire una coalizione a favore delle politiche di austerità in Germania ed in Europa.
La risoluzione politica generale è stata adottata con l'85,3% di voti a favore, mentre gli assi programmatici per le prossime elezioni europee, ancora piuttosto generali, hanno avuto il sostegno dell'86,4%. Numerose mozioni sono state approvate a larga maggioranza dal sostegno all'indipendenza del Sahara occidentale, alla rivoluzione bolivariana in Venezuela, ai popoli palestinese e kurdo, contro il blocco contro Cuba, alla Siria. Altre mozioni come quelle sul sostegno alle rivoluzioni arabe non sono state adottate.
Una mozione sull'ecosocialismo presentata dal Parti de Gauche francese e sostenuta dal Blocco di sinistra portoghese, l'Alleanza Rosso-Verde danese, la Linke e Syriza ha ottenuto una maggioranza relativa (47,6% a favore, 42,9% contro e 9,5% di astensioni). La mozione si distingue chiaramente dalle soluzioni proposte con il cosiddetto "capitalismo verde" e traccia i contorni di un progetto che il Parti de Gauche vuole portare a livello europeo.
Il Congresso ha anche accolto la proposta di modificare lo statuto creando una terza modalità di partecipazione, oltre a quelle già previste di membro e di osservatore, ovvero quella di partner. Sarà a questo titolo che la rete di centri di ricerca di sinistra europei "Transform" potrà sviluppare la collaborazione, già ampia, con la Sinistra europea.
Per la prima volta al Congresso della SE si sono registrati interventi di sindacalisti di primo piano: Ignacio Fernandez Toxo leader delle Comisiones Obreras spagnole (tradizionalmente vicine al PCE, per diversi anni hanno avuto rapporti molto difficile col partito e con IU, ma da qualche tempo si è registrato un riavvicinamento) e Bernadette Segol, segretaria generale della Confederazione Europea dei Sindacati (CES) che ha riconosciuto nella SE un partner con il quale è necessario collaborare.
Non sono mancati i saluti di delegazioni extraeuropee (palestinesi. colombiani, cubani, curdi, venezuelani, ecc). Per sottolineare la volontà di sviluppare ed intensificare i rapporti con la sinistra latinoamericana, l'intervento di apertura del congresso è stato affidato ad Alvaro Garcia Linera, vicepresidente della Repubblica plurinazionale di Bolivia. Nel suo discorso ha fustigato il ripiegamento dell'Europa su se stessa e su suoi governanti che "non ascoltano i popoli ma servono i banchieri, applicano una politica di austerità, sviluppano il grande mercato transatlantico".
Franco Ferrari
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