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Manifestazione popolare a Bagdad del luglio 2015, contro la corruzione, il settarismo e il terrorismo |
sabato 26 dicembre 2015
La costruzione della pace, unica alternativa alla guerra e al terrorismo
venerdì 27 novembre 2015
Hillary Clinton e l'ISIS
Si incontra
sempre più spesso, in articoli che esaminano la crisi mediorientale, la
citazione di una dichiarazione di Hillary Clinton, ex Segretario di Stato USA
ed ora candidata democratica alle prossime elezioni presidenziali: «l’Isis è
una nostra creatura che ci è sfuggita di mano». Certo una simile affermazione
illumina, senza costringere a perdere troppo tempo nella faticosa lettura di
ricerche, analisi storiche e sociologiche e documenti, lo scenario
mediorientale e consente di costruirvi sopra una comprensibilissima spiegazione
degli eventi.
mercoledì 7 ottobre 2015
La sinistra portoghese e il dilemma dell'euro
Le recenti elezioni politiche in Portogallo hanno fatto registrare la crescita delle due forze politiche che si collocano a sinistra della socialdemocrazia: il Bloco de Esquerda (BE) ed il Partito Comunista Portoghese.
E' soprattutto il Bloco ad uscire vincitore dall'appuntamento elettorale avendo visto quasi raddoppiare i propri voti e più che raddoppiare il proprio gruppo parlamentare. Un risultato che fino a poco più di un mese fa era considerato impensabile perché questo partito della nuova sinistra portoghese aveva iniziato la campagna elettorale provato da una lunga fase di difficoltà e di divisioni interne.
lunedì 21 settembre 2015
Club Bilderberg, tra lotta di classe e mito borghese. Un libro di Franco Ferrari
Se l'ipotesi che sta alla base del bel saggio di Franco Ferrari fosse priva di fondamento, probabilmente vedremmo il suo "Il Dossier Bilderberg" (Youcanprint, versione cartacea € 16,00, digitale € 4,99) reclamizzato nelle vetrine e sugli scaffali delle più grandi librerie e nei programmi televisivi più seguiti. I poteri forti avrebbero tutta la loro convenienza a farne un best seller. Invece non è così. Facciamo un passo indietro, allora. Cosa sostiene Ferrari, nel suo libro?
venerdì 14 agosto 2015
Il Parlamento greco approva il memorandum, ma cresce l'opposizione in Syriza
Come riferisce la pagina inglese del quotidiano Kathimerini, il Parlamento greco ha approvato questa mattina il nuovo Memorandum imposto dai Paesi dell'Eurozona (Germania in testa) in cambio di un nuovo intervento di "salvataggio" di 85 miliardi di euro in 3 anni.
I giornali greci rilevano che l'opposizione dentro Syriza è aumentata, in quanto 43 deputati di Syriza su 149 hanno votato contro (32) o si sono astenuti (11), mentre un altro era assente. Il Memorandum è stato ugualmente approvato, grazie ai voti dell'opposizione (Nuova Democrazia, Pasok e To Potami) ma il numero di parlamentari dei partiti che sostengono il governo (Syriza e ANEL) è sceso a 118. 120 è il numero sulla base del quale un governo può restare in carica anche se è in minoranza. Sotto questa soglia non si era mai andati nelle precedenti votazioni.
I giornali greci rilevano che l'opposizione dentro Syriza è aumentata, in quanto 43 deputati di Syriza su 149 hanno votato contro (32) o si sono astenuti (11), mentre un altro era assente. Il Memorandum è stato ugualmente approvato, grazie ai voti dell'opposizione (Nuova Democrazia, Pasok e To Potami) ma il numero di parlamentari dei partiti che sostengono il governo (Syriza e ANEL) è sceso a 118. 120 è il numero sulla base del quale un governo può restare in carica anche se è in minoranza. Sotto questa soglia non si era mai andati nelle precedenti votazioni.
martedì 28 luglio 2015
Il Partito Comunista Greco contrario all'uscita immediata dall'euro
Il Partito Comunista Greco (KKE) ha assunto immediatamente dopo le elezioni del gennaio 2015 una posizione del tutto ostile al nuovo governo di sinistra. Atteggiamento che gli è valso non poche accuse di settarismo sia all'interno del paese che a livello internazionale. In occasione del referendum ha invitato ad annullare la scheda, indicazione che non ha avuto grande seguito, come si è visto dal voto delle zone più popolari come ad esempio il Pireo B, dove pure il PC mantiene una significativa forza organizzata. Del tutto ovvia la posizione contraria all'accordo sottoscritto dal governo Tsipras a seguito di un lungo conflitto e di una fortissima pressione fino alla minaccia, condivisa da almeno metà dei governi dell'Eurozona, di una "Grexit" forzata.
domenica 26 luglio 2015
Cospirazioni e complotti: il dossier Bilderberg
Intervista al parmigiano Franco Ferrari, autore del libro “Il dossier Bilderberg”, acquistabile sul sito http://www.youcanprint.it/
Tre anni fa hai pubblicato un libro sul trotskismo internazionale. Adesso ne pubblichi un altro su Bilderberg , ovvero sul Governo mondiale segreto o club di ricchi e famosi? C’è un “filo rosso” tra questi due temi?
In realtà non c’è un legame particolare. Il libro sul trotskismo derivava dalla mia tesi di laurea ed aveva un taglio accademico e per l’argomento era piuttosto destinato ad un interesse di nicchia. Il “Bilderberg” è un tema di carattere trasversale e credo possa raggiungere un pubblico più ampio. Se c’è un elemento comune, direi che è quello del metodo: di non accontentarmi di approcci ideologici o pregiudiziali e di andare a verificare i documenti ed i fatti per arrivare a formulare un giudizio su un tema controverso.
Tre anni fa hai pubblicato un libro sul trotskismo internazionale. Adesso ne pubblichi un altro su Bilderberg , ovvero sul Governo mondiale segreto o club di ricchi e famosi? C’è un “filo rosso” tra questi due temi?
In realtà non c’è un legame particolare. Il libro sul trotskismo derivava dalla mia tesi di laurea ed aveva un taglio accademico e per l’argomento era piuttosto destinato ad un interesse di nicchia. Il “Bilderberg” è un tema di carattere trasversale e credo possa raggiungere un pubblico più ampio. Se c’è un elemento comune, direi che è quello del metodo: di non accontentarmi di approcci ideologici o pregiudiziali e di andare a verificare i documenti ed i fatti per arrivare a formulare un giudizio su un tema controverso.
venerdì 10 aprile 2015
Problemi ed esperienze organizzative nella sinistra alternativa europea
di Franco Ferrari
Dopo il crollo dell’URSS e del socialismo reale era
convinzione diffusa che in breve tempo le residue forze politiche di
ispirazione comunista sarebbero scomparse dalla scena o confinate in ambiti
molto marginali dei sistemi politici europei. Questa idea era così radicata che
Massimo D’Alema dichiarò, facendo ricorso al suo abituale ma non sempre
preveggente sarcasmo, che ormai a
sinistra fuori dell’Internazionale Socialista restavano solo Rifondazione
Comunista e Fidel Castro e anche quest’ultimo non stava molto bene.
Da allora sono emerse le nuove esperienze
latinoamericane ed anche in Europa, dove ormai si pensava che la
socialdemocrazia avrebbe rafforzato ovunque il suo dominio, sì è registrata una
ripresa significativa di forze politiche che si collocano alla sua sinistra.
Le ultime elezione europee hanno fatto registrare un
rafforzamento del Gruppo Unitario della Sinistra (GUE/NGL) nel quale
confluiscono la quasi totalità delle forze di sinistra. Complessivamente le
forze della sinistra alternativa (o radicale come abitualmente viene definita
nel mondo anglosassone) hanno raccolto 12.981.000 voti con un incremento di un punto
percentuale sulle elezioni precedenti. Un risultato che risente ancora di una
diseguale distribuzione fra i vari Paesi e dell’assenza di partiti
significativi in numerosi paesi importanti come la Gran Bretagna e la Polonia.
Vi sono Paesi nei quali i partiti della sinistra
alternativa hanno sorpassato, sul piano
del consenso elettorale, i partiti socialdemocratici.
lunedì 23 febbraio 2015
Origine ed evoluzione organizzativa dello “Stato Islamico”
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Abu Musab al-Zarqawi |
L’attuale organizzazione che si autodefinisce “Stato
Islamico” è il frutto dell’evoluzione di un gruppo jihadista estremista le cui
origini risalgono alla fine degli anni ’90. Il
fondatore del nucleo originario fu Abu Musab Al-Zarqawi, che venne
imprigionato in Giordania per 5 anni in quanto militante del gruppo estremista
guidato uno dei maggiori predicatori salafiti giordani, Abu Mohammed al Maqdisi.
All’uscita da carcere, nel 1999, al-Zarqawi si trasferì nella provincia di Kandahar, in Afghanistan, allora sotto il pieno controllo dei talebani. Entrato in contatto con al Qaida, ottenne fondi e la possibilità di installare un campo di addestramento. Il gruppo da lui organizzato prese il nome di Jund al Sham (Esercito del Levante) poi ribattezzato Jama’at al-Tawhid wa al-Jihad (Organizzazione di Monoteismo e Jihad), ed era composto prevalentemente da palestinesi e giordani.
All’uscita da carcere, nel 1999, al-Zarqawi si trasferì nella provincia di Kandahar, in Afghanistan, allora sotto il pieno controllo dei talebani. Entrato in contatto con al Qaida, ottenne fondi e la possibilità di installare un campo di addestramento. Il gruppo da lui organizzato prese il nome di Jund al Sham (Esercito del Levante) poi ribattezzato Jama’at al-Tawhid wa al-Jihad (Organizzazione di Monoteismo e Jihad), ed era composto prevalentemente da palestinesi e giordani.
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