mercoledì 17 ottobre 2012

L'elettorato premia la "svolta olandese" del PT belga

Le elezioni comunali del 14 ottobre scorso hanno visto una significativa avanzata del piccolo Partito del Lavoro Belga (PTB) che ha ottenuto risultati particolarmente importanti ad Anversa, la principale città delle Fiandre, e a Liegi, cuore di una storica tradizione operaia che sembrava svanita con i processi di deindustrializzazione.

Il Partito del Lavoro Belga è il principale partito della sinistra radicale, l'unico che abbia mantenuto una struttura unitaria presente in tutto il Paese, senza rincorrere la frammentazione etnica tra fiamminghi e valloni, errore nel quale è caduto anche il Partito Comunista Belga a partire dagli anni '80.

Il PTB nasce dal movimento studentesco del '68 con una forte inclinazione ideologica verso la Cina maoista. Il suo fondatore e principale leader storico è stato fino a qualche anno prima della morte avvenuta nel 2011, Ludo Martens, autore di un non felice libro di riabilitazione di Stalin.

Per molto tempo il PTB è stato considerato, non a torto, un gruppo settario e dogmatico. Si è sempre presentato alle elezioni, ottenendo risultati inferiori all'uno per cento e restando del tutto marginale sul piano elettorale e politico e poco influente anche sul piano intellettuale.

Tutto questo ha cominciato a cambiare con il congresso del 2008 che ha visto il PTB affrontare la prova non facile della "modernizzazione". Il nuovo presidente Peter Mertens, espressione di un salto generazionale nella guida del partito (nel 1968 non era ancora nato), ha posto chiaramente l'esigenza di mantenere gli ideali socialisti, ma di modificare profondamente l'approccio politico. Si è posto quindi l'esigenza, per questo piccolo partito di origini maoiste, di abbandonare in un colpo solo settarismo, dogmatismo e estremismo e di cominciare a parlare il linguaggio della gente comune.

Il percorso è stato simile a quello compiuto dal Partito Socialista Olandese, anch'esso di origini maoiste, che ha ottenuto da diversi anni un importante consenso elettorale dell'ordine del 10%. Rivolgersi all'uomo delle strada con un linguaggio comprensibile e molto attento ai bisogni immediati (soprattutto quelli economici e sociali), contro il predominio dei grandi poteri economici e la sudditanza ad essi dei partiti politici tradizionali. La differenza è che mentre il Partito Socialista Olandese ha compiuto la propria evoluzione ideologica nell'arco di alcuni decenni, il PTB l'ha concentrata in pochissimi anni.

Il PTB non ha sconfessato apertamente il richiamo ideologico al marxismo-leninismo ma il linguaggio retrò è riservato prevalentemente a qualche appuntamento interno e agli incontri internazionali dove risuona più forte il richiamo all'ortodossia ideologica.

Il partito si è notevolmente aperto. Nelle recenti elezioni a Liegi e in alcun comuni limitrofi ha raggiunto un accordo con il Partito Comunista (che aderisce alla Sinistra Europea). Dopo il risultato delle elezioni amministrative, altre forze della sinistra radicale si pongono l'interrogativo di collaborare con il PTB, considerato che questo è l'unico partito a sinistra della socialdemocrazia che abbia qualche possibilità di entrare nel parlamento nazionale nel 2014, quando si andrà al voto politico. Nelle elezioni comunali erano presenti in diversi comuni altre liste, spesso in contrapposizione al PTB, che hanno ottenuto risultati diversificati, a volte positivi, ma in genere nettamente inferiori al PTB stesso. Erano in campo liste di coalizione come il Front de Gauche e Gauches Communes, Rood (Rosso, un movimento nato dalla fuoriuscita dal Partito Socialista fiammingo di Erik De Bruyn, esponente di primo piano di Vonk, la corrente belga equivalente all'italiana Falcemartello, ma che non ha condiviso l'abbandono dell'entrismo), Egalité (una lista animata dall'ex Segretaria generale del PTB Nadine Rosa-Rosso) ed altre ancora. La Lega Comunista Rivluzionaria, sezione della Quarta Internazionale, che aveva sostenuto diverse esperienze elettorali unitarie, nel commento del dopo voto, ha aperto la porta, realisticamente, ad una possibile collaborazione col PTB.

Da rilevare nel merito delle posizioni politiche assunte dal PTB, un atteggiamento critico nei confronti dell'Unione Europea ma orientato ad una sua riforma piuttosto che ad una sua cancellazione. Il programma elettorale del 2010, nelle parti relative alla'Unione Europea presenta concrete proposte di riforme tese da un lato a salvaguardare le migliori condizioni sociali e di lavoro e dall'altro a democratizzare le istituzioni europee. Una posizione non molto diversa dalla Sinistra Europea, che pure il PTB continua a criticare. 

Sul terreno dell'azione europea vi è un'interessante evoluzione che si è registrata nel recente incontro di alcuni partiti comunisti convocato a Bruxelles dal Partito Comunista Greco (KKE). Prendendo apertamente le distanze dalla politica sostenuta dal partito greco, il rappresentante del PTB ha posto l'esigenza di sviluppare iniziative coordinate che tengano conto dell'esistenza dell'Unione Europea, pur senza dimenticarne il carattere capitalistico e per diversi aspetti reazionario, ma non si pongano sul terreno illusorio e anacronistico del ripiegamento sul terreno nazionale.

Franco Ferrari

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