sabato 28 giugno 2014

Il Club Bilderberg: un caso di "complottismo" trasversale? (seconda parte)

Il Bilderberg entra nello scenario politico italiano


Daniel Estulin incontra Mario Borghezio, della
Lega Nord, al parlamento europeo

Abbiamo visto, seppure in modo sintetico, come il mito del gruppo Bilderberg sia nato negli ambienti di estrema destra degli Stati Uniti per poi trovare nuovi seguaci in altre correnti politiche a livello mondiale, compreso in parte della sinistra. 

Anche in Italia negli ultimi anni la denuncia del ruolo negativo che avrebbe il "Bilderberg" sullo scenario politico ed economico ha trovato nuovi sostenitori. Determinante però è stata la crescita del movimento di Beppe Grillo, il più aperto ad aderire alla logica del grande complotto. Si possono pertanto individuare almeno 3 varianti che in parte si sovrappongono: la lettura di estrema destra, quella populista e quella marxista o di sinistra.

Il principale esponente politico nel rappresentare la prima versione è sicuramente l'europarlamentare leghista Mario Borghezio. Tra i leaders della Lega Nord, Borghezio è quello in cui sono più evidenti i riferimenti alla cultura politica della destra neofascista dalla quale per altro proviene. Nelle recenti elezioni europee avrebbe goduto del sostegno di CasaPound che avrebbe orientato su di lui il proprio bacino di preferenze.

Nel dicembre 2011, Estulin viene invitato ad esporre la sua "teoria" sulle ragioni della crisi economica e finanziaria alla sede del Parlamento europeo da Borghezio e dal gruppo al quale aderisce la Lega Nord, l'EFD, di cui era co-presidente Nigel Farage (nella nuova legislatura la Lega non è più alleata al partito di Farage che ha trovato un nuovo compagno di strada nel Movimento 5 Stelle). Nella conferenza stampa, Estulin, oltre a denunciare il ruolo di Monti in quanto espressione di poteri "occulti ed oligarchici", spiega che i veri responsabili della crisi sono individuabili in un "movimento Sinarchico" che controllerebbe i governi attraverso le proprie marionette.

Qualche mese prima, Borghezio aveva cercato di entrare nella sede della riunione del gruppo Bilderberg che si teneva a St. Moritz in Svizzera e veniva malmenato (almeno stando alla sua denuncia) e allontanato forzatamente dalla polizia svizzera.

Nelle recenti elezioni europee, l'europarlamentare leghista ha focalizzato la propria campagna sulla denuncia del Bilderberg, che oggi governerebbe l'Italia attraverso Renzi, dopo averlo fatto con Monti e con Letta, e del signoraggio, altro tema caro all'estrema destra, ma che è stato prima rilanciato anche da Grillo per poi essere bruscamente abbandonato. Esiste un elemento di sovrapposizione tra la variante di Borghezio e quella del Movimento 5 Stelle, tra l'impostazione di estrema destra e neofascista e quella populista.

L'estrema destra accentua gli elementi anti-mondialisti ed a difesa della sovranità nazionale intesa in senso etnico e quindi collegata a tematiche xenofobe o apertamente razziste. Nel movimento grillino le tesi complottiste si inseriscono nell'agitazione anti-casta. Il Bilderberg diventa una "super-casta" mondiale alla quale si deve attribuire la responsabilità della crisi.

Il "complottismo" populista dei grillini

Il tema è stato ripreso dallo stesso Grillo sul suo blog e portato come oggetto di discussione in Parlamento da diversi esponenti del Movimento 5 Stelle. In occasione dell'ultima riunione del Bilderberg che si è tenuta in Danimarca, i grillini (tra cui in modo ufficiale il Presidente della Commissione di Vigilanza Parlamentare, Roberto Fico) hanno sollevato il problema della presenza all'incontro della direttrice del TG1 RAI Monica Maggioni.

La parlamentare grillina Tiziana Cirpini è intervenuta alla Camera dei Deputati per denunciare la riunione danese del Bilderberg nella quale "gli eredi delle famiglie più potenti del mondo come i Rockfeller non mancano mai, così come gli uomini più potenti dell'alta finanza speculativa, delle banche centrali, delle multinazionali, dei governi." Cirpini ripete il mantra complottista: "Il Gruppo Bilderberg è un governo ombra mondiale, che decide in totale segreto le sorti dei paesi, commissariandone la sovranità e pianificando eventi che successivamente appariranno come casuali." La Cirpini aggiunge però un elemento di peso. Secondo lei "tutti questi signori stanno operando contro la legge 1782, l'Anselmi, in quanto il Bilderberg, in base all'articolo 1, si configura come associazione segreta che interferisce sulle funzioni di governo. E pertanto è vietata dall'articolo 18 della Costituzione". Ironia vuole che la stessa Tina Anselmi abbia partecipato, secondo informazioni disponibili sulla rete, ad uno degli incontri del Bilderberg, nel 1977. Nè risulta che nel suo intenso impegno nella guida della commissione di inchiesta della loggia P2 abbia mai nominato il gruppo Bilderberg, sul quale avrebbe potuto dare una testimonianza di prima mano.

Le posizioni più estreme in merito, all'interno del movimento grillino, sono quelle sostenute dall'ex magistrato Ferdinando Imposimato, il quale ha attribuito al Bilderberg la responsabilità del terrorismo in Italia negli anni '70. In un'intervista ha dichiarato: "Ho trovato un documento che mi ha lasciato sgomento, dove quando si parla di stragi si parla anche del gruppo Bilderberg. Un documento in possesso di un terrorista di Ordine Nuovo, Ventura. Io credo a questo documento. Ho fatto delle verifiche e posso dire che dietro la strategia della tensione e alle stragi c'è anche il gruppo Bilderberg, una specie di Grande Fratello che sta sopra, manovra, si serve di terroristi neri e massoni". Precisa poi che questo documento era stato rintracciato dal giudice Emilio Alessandrini, assassinato da prima Linea nel 1979.

Di questo testo, per il momento, sappiamo quello che ci dice Imposimato, ovvero molto poco (faccio riferimento a quanto riportato in rete e alla sua intervista non ho letto i suoi libri). Nemmeno è chiaro di quale Ventura si stia parlando (in qualche notizia in rete si parla di Franco Ventura) ma si può presumere che si tratti di Giovanni Ventura, noto per essere stato indagato per le stragi di Piazza Fontana e poi prosciolto. Ventura è morto nel 2010.  Un documento risalente almeno a 35 anni fa rintracciato da un giudice morto, tra le carte di un terrorista morto, viene citato a tanta distanza di tempo da lasciare quanto meno perplessi. Ma in rete le affermazioni di Imposimato che tirano in ballo il Bilderberg, e sono opportunamente rilasciate in occasione della presentazione di un suo nuovo libro, vengono replicate senza il minimo sussulto critico.

Fra gli intellettuali sostenitori del movimento di Grillo troviamo un'altra figura interessante: quella di Aldo Giannuli,  ricercatore universitario nella facoltà di Scienze Politiche di Milano. Ha una lontana vicinanza con l'estrema sinistra (alla quale si rifa per polemizzare con la sinistra), ma è noto soprattutto per aver collaborato con la Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi e poi con la Commissione Mitrokhin (un agente del KGB che ha passato alla Gran Bretagna una voluminosa documentazione basata su trascrizioni di documenti dell'agenzia di spionaggio e controspionaggio sovietico). I suoi contributi alla ricostruzione degli anni del terrorismo sono stati parte del dibattito tra storici sull'importanza delle trame dei "servizi deviati" nella storia di quegli anni. Molti storici respingono interpretazioni che si basano sulla tesi del "doppio Stato" perché considerate spesso viziate da dietrologismo e poco rigorose. Anche se non risulta che Giannuli abbia trovato tracce del Bilderberg nella sua attività di consulente, emerge un fondo culturale comune fra alcune delle figure intellettuali che ruotano intorno al Movimento 5 stelle. 

Enrico Sassoon, ex socio di Casaleggio,
ha scatenato i complottisti contro il
Movimento di Grillo
Capita anche che i "complottisti" siano essi stessi vittima di "complottismo". Al Movimento 5 Stelle è accaduto per la presenza di Enrico Sassoon, per dieci anni a fianco di Gianroberto Casaleggio in qualità di socio. Sassoon è stato rappresentante in Italia dell'American Chamber of Commerce che ha compiti di tutela degli interessi delle maggiori multinazionali statunitensi. E' membro anche di Aspen Italia, un organismo che viene associato al Bilderberg, alla Trilaterale e al Council for Foreign Relations dai teorici delle cospirazioni. In più è ebreo e sarebbe imparentato con i Rotschild. Un "complottista" non può chiedere di meglio per identificare un nemico. 

Un sito dell'estrema destra integralista cattolica "Agerecontra" si è chiesto: "A questo punto le domande che sorgono sono tante: può Grillo non sapere che Sassoon siede, fianco a fianco, con Monti, Tremonti e gli altri? Può Grillo non sapere che la gestione tecnica del suo dominio è domiciliata nella sede di un'azienda legata al Gruppo Telecom contro cui lui si è scagliato più e più volte?". Lo schema mentale è lo stesso che troviamo negli interventi grillini su Bilderberg. Di fronte a questi attacchi, rilanciati in rete anche da molti sostenitori del Movimento 5 Stelle,  Sassoon alla fine del 2012 ha annunciato pubblicamente, con un'intervista al Corriere della Sera, di aver lasciato la Casaleggio e associati.

La variante di sinistra del mito Bilderberg

Abbiamo visto come nel populismo grillino si mescolino in modo superficiale e confuso elementi del complottismo di destra con quelli della dietrologia di sinistra. Da tutto questo non esce una lettura coerente delle ragioni della crisi politica ed economica scoppiata nel 2008, quanto un desiderio di individuare e rimuovere i colpevoli della crisi, i quali sarebbero mossi da mero desiderio di potere. Ma la convinzione che attorno al Bilderberg si muova un'oscura trama di potere da qualche tempo ha trovato cittadinanza anche in ambienti della sinistra.

Il sito Popoff ha pubblicato diversi articoli dedicati ad enfatizzare il ruolo del Bilderberg. A fine maggio viene postato un testo a firma di Franco Fracassi intitolato: "Il Bilderberg sta decidendo chi governa in Europa". L'articolo ha uno schema tipico al genere: un misto di allusioni, deduzioni, dichiarazioni riprese da altri sostenitori della stessa tesi complottista senza nessun vaglio critico. Il Bilderberg viene definito "il club più esclusivo e potente del pianeta". Viene citato quanto dichiarato dal giudice Imposimato sul suo ruolo nella strategia della tensione, riportando tra virgolette il nome di "Franco" Ventura (su questo punto rimandiamo a quanto scritto sopra). 

Viene poi citato Wayne Madsen, presentato come ex agente del National Security Agency, secondo il quale il direttore della potentissima (questa sì davvero) NSA, riferirebbe al Bilderberg i dati risultanti dall'attività di spionaggio dell'Agenzia statunitense. Anche qui una notizia riferita senza il minimo spirito critico per poterne verificare l'affidabilità. 

Secondo il settimanale progressista americano The Nation, Wayne Madsen è un "giornalista di destra" che ha al suo attivo la "rivelazione" secondo cui Obama avrebbe avuto una serie di relazioni gay. Una notizia che circola largamente nei siti della destra estrema americana, spesso contrassegnati da una non dissimulata omofobia, assieme a quella che lo dipinge come un comunista oppure  nato in Kenya e quindi non eleggibile come Presidente. 

Negli articoli di Madsen ci sono anche notizie vere e scoop autentici ma il personaggio è comunque considerato di dubbia credibilità, perché affine ai vari ambienti "complottisti". L'ultimo dei suoi libri, pubblicato nel 2012, è teso a dimostrare che Obama è stato "fabbricato" come Presidente degli Stati Uniti dalla CIA.

Tornando all'articolo di Popoff, l'affermazione riportata nel titolo come un fatto certo ed incontestabile, nel testo dell'articolo diventa una mera supposizione, priva di qualsiasi riscontro. Scrive Fracassi: "Insomma a Copenaghen va in scena nel fine settimana la riunione del potere. Proprio nel week end successivo alle elezioni europee e precedente alla settimana in cui dovranno essere decise le cariche della nuova Commissione europea. Sarà un caso?".

Il successivo 5 giugno, lo stesso sito Popoff torna sul Bilderberg traducendo un'articolo pubblicato dal quotidiano britannico Guardian, il quale, visto il clamore sotterraneo che circonda le riunioni del gruppo da qualche anno ha deciso di mandare un proprio giornalista. Essendo però un giornale serio, ha deciso di inviare uno scrittore umoristico, il quale un po' riporta delle notizie, un po' prende in giro la credulità dei teorici del mito Bilderberg.

Charlie Skelton, inviato del Guardian, riferisce che in una delle sedute del meeting si è parlato di Ucraina. A questo incontro erano presenti, tutt'altro che segretamente, visto che lo stesso quotidiano riporta le foto di molti partecipanti che vanno e vengono dalla sede della riunione, esponenti politici, qualche militare, amministratori delegati di importanti aziende. Che cosa si sia detto nella discussione il giornalista del Guardian non lo sa e ovviamente non lo scrive. A Popoff invece lo sanno e scrivono che al vertice dove si decidono "parte dei destini del pianeta", militari, fabbricanti d'armi, banchieri, mercenari e vertici della Nato hanno "pianificato le future mosse della guerra". Ora è ben evidente, per il lettore minimamente attento, che tra avere discusso di Ucraina, come riporta Skelton, o "pianificato le mosse future della guerra" come scrive Popoff, passa una notevole differenza. 

Un'altra voce che si è sollevata a sinistra per puntare l'indice sul Bilderberg proviene da alcuni esponenti di primo piano del Partito dei Comunisti Italiani, come segnalavo all'inizio dell'articolo. In particolare a dare scandalo sarebbe la partecipazione di Barbara Spinelli, europarlamentare della Lista Tsipras, alla riunione del Bilderberg tenutasi in Grecia nel 1993, ovvero 21 anni fa. 

Sul sito ufficiale del PdCI appare ai primi di giugno, a commento delle elezioni europee, un testo di Francesco Maringiò, vice responsabile del Dipartimento esteri del PdCI che contiene questo passaggio: "L'appello di Alexis Tsipras affinché la Spinelli accetti di essere eletta è parte integrante di una strategia che punta, in accordo con il Partito Socialista europeo a farla diventare vicepresidente del Parlamento. (...) Questa operazione disvela perfettamente la natura ambigua della lista (...) Del resto lo stesso Tsipras ha molto sponsorizzato questo legame con la Spinelli e gli altri, essenzialmente - questa la mia valutazione - per l'esigenza di accreditarsi presso alcuni settori dell'establishment internazionale, come viatico per la sua elezione a premier in Grecia (non è un mistero per fare solo un esempio, che Spinelli - padre e figlia - abbiano più volte preso parte alle riunioni del Bilderberg Club)."

Contrariamente alle previsioni di Maringiò, il GUE/NGL, il gruppo della sinistra all'Europarlamento, riunitosi pochi giorni dopo, non ha candidato la Spinelli ma il rappresentante di Syriza, Dimitrios Papadimoulis, alla carica di vice-presidente. Ma l'elemento più interessante dell'articolo è l'assunzione della tesi complottistica sul ruolo del Bilderberg come centro di potere, che diventa parte integrante di un'analisi politica di un dirigente di un partito di sinistra.

Qualche giorno dopo il sito Marx21, sempre d'area PdCI, pubblica una pagina intitolata "Anche Barbara Spinelli nel Club Bilderberg?". Non c'è nessuna considerazione esplicita su che cosa sia il Bilderberg, se sia davvero un Club, se il fatto di aver partecipato ad una riunione 21 anni fa indichi l'appartenenza ad un'organizzazione, ecc.. Il metodo è quello allusivo, si strizza l'occhio a chi legge senza sporcarsi troppo le mani dovendo spiegare perché questa partecipazione indicherebbe l'appartenenza o la condivisione di interessi con "i padroni del mondo". Per cautelarsi si aggiunge un punto interrogativo. Più semplice ed immediato, che non entrare nel merito delle posizioni politiche espresse in questi mesi e settimane dalla Spinelli sia pure per criticarle, e nella sfera dei social network risulta molto più efficace. Infatti questa presunta appartenenza ad una presunta organizzazione viene ripresa qua e la da frequentatori dei social network come un fatto acclarato.

La pagina di Marx21 sul legame tra la Spinelli e il Bilderberg, rimanda al sito "New World Order" la cui missione è di denunciare tutte quelle forze occulte che vogliono imporre l'affermazione di un "Nuovo Ordine Mondiale" attraverso la manipolazione delle coscienze. Naturalmente, tra questi poteri occulti c'è anche il Bilderberg, ma il sito offre un'ampia letteratura che va dalla congiura degli Illuminati, al ruolo degli alieni nell'imposizione del nuovo ordine, ai messaggi subliminali contenuti nei cartoni giapponesi, ma anche a dotte disquisizioni sulla partecipazione del Diavolo alla lotta politica e sociale in corso,  senza dimenticare di informarci con allarme che "la scuola è in mano all'anticristo". Vengono segnalati con evidenza i libri di Estulin sul Bilderberg ma anche riprodotti articoli di Julius Evola ed altri pensatori di estrema destra.

Pochi giorni dopo sui social network, esponenti di primo piano del PdCI insistono sullo stesso tasto rilanciando un articolo anonimo diffuso in rete, probabilmente di origine grillina (ma non sono riuscito ad accertarlo con sicurezza) che riprende il tema della partecipazione della Spinelli alla riunione del Bilderberg. La Spinelli, per l'estensore del testo, è una radical chic che "vuole cambiare l'Europa con la lista Tsipras", ma avendo partecipato alla riunione di 21 anni fa dimostra una "personalità bipolare".

Fu Ying, viceministro degli esteri cinese,
ha partecipato al Bilderberg nel 2011 e 2012
L'autore anonimo si chiede: "davvero l'anarcoide di sinistra Tsipras vuole fare la rivoluzione con la Spinelli? sapeva oppure o no, Alexis Tsipras, della partecipazione di Spinelli al Bilderberg, svoltasi proprio nella sua Atene? E ora che lo sa quali saranno le decisioni in merito?". Ma il passaggio più interessante è un altro. E' noto e oggetto di discussioni e polemiche che Barbara Spinelli ha deciso di accettare l'elezione all'Europarlamento dopo essersi espressa in senso opposto in campagna elettorale e qualche incertezza successiva. Ha spiegato che il mutamento di decisione è avvenuto sulla base di una richiesta di Tsipras e anche di molti che l'avevano votata. Ma naturalmente questo non soddisfa l'autore il quale scrive: "O, forse, le è arrivata una telefonata a cui non ha potuto dire di no. Una telefonata dagli amici del Bilderberg".

Un fatto che invece non viene segnalato ai lettori del sito Marx21 è la partecipazione alle riunioni del Bilderberg del 2011 e del 2012 di Fu Ying, già ambasciatrice a Londra della Repubblica Popolare Cinese e dal 2010 Vice ministro degli esteri della Cina. Sarebbe stato forse imbarazzante dover spiegare la partecipazione a questi meetings, ad un così alto livello, del governo di un paese con il quale il PdCI mantiene rapporti di solidarietà e collaborazione. 

Un’interpretazione marxista del Bilderberg

Su un altro piano si pone il libro che Domenico Moro, fino a non molto tempo fa dirigente del PdCI, ora vicino al gruppo dissidente romano che ha lasciato le file del partito, ha dedicato al Club Bilderberg.

L’autore rifiuta la lettura complottistica così come elaborata da Estulin e da altri e cerca di collocare l’analisi del Bilderberg e della Commissione Trilaterale in uno schema interpretativo di tipo marxista. “Non si tratta - scrive Moro – di studiare complotti, bensì di analizzare i meccanismi della affermazione dell’egemonia delle élites, attraverso la diffusione e l’implementazione delle linee guida generali che vengono definite in consessi privati, e le sue conseguenze sulla democrazia e sulla società”.

Entrando nel merito del Bilderberg, l’autore ricostruisce gli aspetti che sono noti, ovvero i temi affrontati e la composizione degli incontri. All'inizio, coerentemente con l’obbiettivo dei fondatori di favorire le relazioni e l’intesa all’interno del blocco occidentale (Europa e Stati Uniti) soprattutto in relazione alla “minaccia” proveniente dall’Unione Sovietica, venivano toccati in modo specifico i temi relativi all’integrazione economica e ad una politica comune nei confronti dell’est.

Gli argomenti posti all’ordine del giorno si sono nel tempo arricchiti sulla base di quanto avveniva sullo scenario internazionale. In molti incontri si è parlato Medio Oriente, di Iraq, di Afghanistan e così via. Attenzione anche a temi nuovi come quello relativo al cyber-terrorismo.

Moro dedica poi molta attenzione alla composizione dello Steering Committee e ai partecipanti alle riunioni sulla base della funzione e della provenienza geografica. Solo negli ultimi anni l’incontro si è aperto a qualche rara personalità non proveniente dall’originario blocco atlantico. Guardando alla provenienza settoriale, il Bilderberg appare come “il luogo dove il capitale finanziario si incontra con la politica internazionale”.

Fin qui l’analisi si attiene ai fatti noti e presumibilmente certi (partecipanti e argomenti oggetto dei dibattiti) senza indulgere in fantasie dietrologiche. Sulla base di quanto riportato nei capitoli dedicati specificamente al Bilderberg e alla Commissione Trilaterale invece la conclusione generale che trae Moro non sembra affatto dimostrata. Secondo l’autore questi due organismi ”non sono soltanto forum di discussione o network di uomini importanti. Sono vere e proprie organizzazioni con una struttura gerarchica e soprattutto con scopi e obbiettivi precisi riferiti all’indirizzo della società e dell’economia nel suo complesso. Ciò significa che sono organizzazioni politiche a tutti gli effetti. Il dato anomalo, però, è che esse sono quanto di più lontano possa esistere da una organizzazione democratica, a partire dalla loro stessa struttura e dal funzionamento fino ai loro scopi e obiettivi”. Alcune ulteriori affermazioni di Moro non sono affatto dimostrate a meno che non si prendano per buone le notizie, in gran parte non verificabili e spesso palesemente fantasiose, che vengono diffuse dai rappresentanti delle teorie della cospirazione.

Nel tentativo di inquadrare in uno schema marxista l’esistenza di queste “organizzazioni” Moro le collega alla “fase transnazionale del capitale” che considera diversa dalla fase del “capitalismo monopolistico di Stato” ed in particolare al soggetto dominante di questa fase, la “classe capitalistica transnazionale”. Siamo sicuramente in presenza di una crisi della democrazia e di una tendenza oligarchica presente nelle maggiori società capitalistiche, ma non è convincente che questo processo porti le forze dominanti ad utilizzare come strumento di confronto interno e di decisione organizzazioni “segrete” come dovrebbe essere il Bilderberg.

Per rispondere alla domanda se effettivamente il Bilderberg sia davvero “l’organizzazione politica” della “classe capitalistica transnazionale” occorre invertire lo schema di analisi. E’ necessario innanzi tutto definire i termini di questa “classe”. Chi ne fa parte? Sulla base di quali criteri? Se si pensa all’insieme dei luoghi nei quali si esercita una qualche forma di potere economico, politico, culturale, informativo parliamo di diverse decine di migliaia di persone. Quali di queste hanno più potere e quante di queste fanno parte dello Steering Committee del Bilderberg? Sicuramente una frazione molto limitata. Moltissimi “padroni del mondo” non partecipano né hanno mai partecipato al Bilderberg. E molti di quelli che partecipano al Bilderberg sono figure di secondo piano. Vi sono ex uomini di potere che possono esprimere pareri autorevoli, ma non dispongono più di molta influenza. Sono chiamate a presenziare figure puramente simboliche come alcune principesse di Paesi come la Danimarca o la Spagna.

Alcuni uomini politici che hanno partecipato al Bilderberg hanno poi svolto ruoli di primo piano (Clinton, Blair). Ma tantissimi altri hanno partecipato senza che questo li portasse a realizzare carriere particolarmente brillanti. Vengono molto citati Monti e Letta, ma non è affatto dimostrato che la loro, per altro breve, ascesa al ruolo di Primi Ministri, sia stata il prodotto della partecipazione al Bilderberg, come sostengono alcuni complottisti. Letta, che sarebbe stato sostenuto dal “potentissimo” Bilderberg e dall’altra "potentissima" Commissione Trilaterale, è stato scalzato per le pressioni molto forti che sono venute in particolare, dalla Confindustria italiana, un’organizzazione che, a mio parere ha condizionato molto di più la politica italiana anche in questa occasione di quanto possano aver fatto oscuri “padroni del mondo”.

Nello scorrere i nomi di coloro che hanno partecipato agli incontri si riscontrano persone di orientamento economico e politico molto diverso. Alcuni di indiscutibile onestà democratica, a prescindere che si condivida o meno le scelte politiche compiute, poco credibili come promotori o complici di trame oligarchiche.

Anche il libro di Moro quindi, pur volendosi distaccare dalla letteratura complottistica, rischia di alimentarne la diffusione anche a sinistra. L'ambiguità è già evidente dalla copertina dove si mette al centro il “club Bilderberg” e “gli uomini che comandano il mondo”, sovrastanti un simbolo di natura massonica. Forse tutto questo serviva a far incuriosire un pubblico di lettori che avrebbero snobbato un testo di analisi sociologica ed economica, ma alla fine di rischia di creare molta confusione, laddove invece andrebbe stimolato lo spirito critico contro le varie teorie della cospirazione.

“Marxismo-complottismo” o “marxismo versus complottismo”?

Nel settembre 2011 il marxista britannico John Molyneux pubblica sul suo blog il testo “Che cosa c’è di sbagliato nelle teorie sulle cospirazioni”, dopo aver notato nei mesi precedenti che queste teorie stavano circolando in modo sempre più diffuso anche nella sinistra. Molyneux non fa riferimento a teorie specifiche ma alcune delle sue riflessioni, che tentano di mettere in chiaro le differenze tra queste teorie ed un approccio marxista, sono applicabili anche al tema del Bilderberg.

Ci sono, secondo Molyneaux, diverse difficoltà nel confrontare le tesi complottiste. La prima è che ve ne sono un gran numero ed appena prodotta una risposta credibile che ne smonta una, ne compare subito un’altra. La seconda è che per smontare in modo critico ciascuna teoria occorrono uno sforzo ed un’ampiezza di conoscenze considerevoli. Terzo elemento è che la differenza tra i marxisti e i teorici delle cospirazioni non è che i marxisti pensano che non vi siano cospirazioni. Al contrario è del tutto evidente che i politici, le multinazionali, i media, ecc cospirano di volta in volta per ingannare l’opinione pubblica, come è avvenuto nel caso della guerra in Iraq.

Quali sono allora le differenze tra le teorie della cospirazione ed i marxisti? Molineux elenca 8 punti, tra i quali alcuni mi sembrano i più rilevanti ai fini del tema che abbiamo affrontato.

“I marxisti ed i teorici della cospirazione hanno una visione molto differente su come una società è guidata e su chi la guida. Al cuore di molte delle teorie della cospirazione si trova la visione di un mondo guidato da una piccolissima e segreta élite, nella quali tutti sono in contatto con tutti e che controlla più o meno ogni cosa importante che accade. Il marxismo argomenta che le società sono guidate da una classe dominante che mentre costituisce una piccola minoranza della popolazione totale, diciamo un 1%, tuttavia consiste di un numero relativamente largo di persone, possiamo dire 40.000 in Irlanda e mezzo milione in Gran Bretagna. Inoltre esse dominano con l’aiuto di una macchina statale (esercito, polizia, magistratura, settori governativi, ecc) che hanno gerarchie guidate da membri della classe dominante. Il punto di vista delle teorie della cospirazione è in sé implausibile perché un così piccolo gruppo non sarebbe capace di controllare o anche solo di monitorare la moltitudine di decisioni necessarie per guidare una società moderna complessa, e se anche lo facesse sarebbe enormemente instabile e facilmente rovesciabile.”

Inoltre nelle teorie della cospirazione il gruppo dominante sarebbe coeso attraverso contatti personali mentre la visione marxista è che ciò che tiene insieme la classe dominante è l’interesse comune. In questo modo si può spiegare la ragione per la quale le imprese e i governi operano in un certo modo senza dover continuamente scoprire nuove cospirazioni. Mancando di qualsiasi teoria consistente delle crisi economiche devono ricorre alla fantasiosa idea seconda la quale esse sarebbero deliberate e pianificate dai padroni occulti del mondo.

In generale le teorie della cospirazione sopravvalutano l’unità interna alla classe dominante ed esagerano le capacità di controllo di chi possiede il potere sulla storia, mentre il marxismo spiega che il sistema non è sotto il controllo di nessuno. Inoltre queste teorie non generano alcune strategia pratica per cambiare il mondo al di fuori del tentativo di informare il popolo dell’esistenza della cospirazione

Un ulteriore elemento sottolineato da Molineux è che i complottisti utilizzano un doppio standard di prova quando comparano l’interpretazione ufficiale degli eventi con la loro. Dedicano un considerevole sforzo a mostrare contraddizioni ed inconsistenze delle spiegazioni ufficiali, una volta fatto ciò pensano di poter contrapporre la propria interpretazione anche senza disporre di alcuna prova.

Secondo il marxista britannico, l’estendersi del seguito delle teorie della cospirazione è la conseguenza di due elementi presenti nella società attuale: il permanere di una diffusa crisi economica, sociale, di alienazione crescente dalla vita politica, così come l’incapacità attualmente della sinistra e del movimento operaio di offrire una convincente via d’uscita dalla crisi.

Una provvisoria conclusione

Molti temi qui solo accennati andrebbero approfonditi, per questo la conclusione non può che essere provvisoria. L'idea che mi sono fatto è che il Bilderberg non sia la sede di un grande complotto ma solo una delle sedi nelle quali esponenti delle classi dominanti si confrontano e quasi certamente non delle più importanti.

Non sono i padroni del mondo perché ormai il potere economico, finanziario ed anche politico si è spostato in misura significativa fuori dal vecchio mondo occidentale (Europa occidentale e NATO) e queste nuove forze non accettano certamente di farsi comandare da un club di signori bianchi. Se vi partecipano uomini e donne di potere queste sono una frazione minima delle classi dominanti ed ognuna di esse è inserita in altri contesti e relazioni di potere ben più vincolanti.

Non credo nemmeno che si possano cancellare tutte le forme di consenso e di egemonia che le classi dominanti riescono ad esercitare, riducendo tutto questo a semplice manipolazione e menzogna come fanno i complottisti. Gli incontri del Bilderberg potrebbero venire aboliti (e visto il clamore che ormai suscitano potrebbe accadere) senza che questo cambi di una virgola lo stato dei rapporti di forza tra dominanti e dominati nel mondo.

Si può discutere se focalizzare l'ostilità della gente contro le èlites, anche attraverso ricostruzioni fantasiose e feticci simbolici, sia per sé sufficiente a creare una dinamica di cambiamento politico e sociale. Non credo. Penso invece che il complottismo sia un rifugio nell'impotenza di fronte alle enormi difficoltà di realizzare un reale progetto di cambiamento. Per questo penso sia opportuno sviluppare una critica di metodo e di merito contro la diffusione di "teorie della cospirazione" a sinistra anche quando queste sembrano darci ragione.

Franco Ferrari

(seconda parte - fine)

1 commento:

Francesco Maringiò ha detto...

Leggo un articolo di F. Ferrari nel quale una mia affermazione viene manipolata e decontestualizzata per "iscrivermi d'ufficio" alla corrente marxista del "complottismo trasversale". Trovo tutto questo scorreto, oltre che patetico. Negli anni ho scritto tantissimi articoli e partecipato ad innumerevoli dibattiti pubblici. Come è facile riscontrare, non è nella mia cultura utilizzare teorie complottiste per leggere le dinamiche sociali ed internazionali. Non un solo articolo o intervento può essere portato a sostegno di questa bizzarra tesi. Al contrario: chi mi conosce tende ad iscrivermi alla corrente dei "seguaci di Guglielmo di Ockham" nella quale, francamente, mi riconosco molto di più.
Anche la frase citata non ha nulla a che vedere col complottismo. Affermavo -e confermo- due cose: 1) che ci fossero delle pressioni su Barbara Spinelli affinchè diventasse vice presidente del parlamento (cosa che, quando ho scritto l'articolo, era effettivamente un tema in discussione, come documentato dalla stampa italiana e confermatomi da colloqui personali avuti con esponenti del Gue Ngl); 2) che Tsipras è interessato ad accreditarsi presso alcuni settori dell'establishment internazionale (cosa, questa, oggettiva. A meno che Ferrari - dimenticando persino la lezione di Berlinguer - pensi che si possa andare al potere in un paese dell'Ue e della Nato, semplicemente col 51% dei voti alle elezioni).
Incidentalmente aggiungevo, tra parentesi, il fatto che Barbara Spinelli, così come il padre, abbiano partecipato ad alcune riunioni del club Bilderberg. Fatto, questo, oggettivo, ed al quale non avevo aggiunto alcun tipo di commento o deduzione "complottistica".

Insomma: il vero obbiettivo di F. Ferrari pare essere quello di screditare (me ed altri) costruendo un teorema accusatorio allusivo e squalificante.
L'accostamento, poi, della mia persona e delle mie idee a personaggi come Borghezio (e, tramite lui, a CasaPound e Farange) o "gli ambienti dell'estrema destra degli Stati Uniti", lo reputo calunnioso e lesivo della mia persona.

Per cui chiedo all'autore dell'articolo una rettifica inequivoca, per non vedermi costretto ad adire alle vie legali.

Francesco Maringiò