sabato 20 agosto 2011

Raul Castro all'Assemblea nazionale cubana: "Il peggior nemico non è l'imperialismo, sono i nostri errori"

Ai primi di agosto si è riunita l'Assemblea nazionale cubana, per approvare il progetto di radicale ristrutturazione del sistema economico, già deciso dal Congresso del Partito Comunista Cubano tenutosi lo scorso aprile. Il Parlamento cubano è dotato di scarsi poteri ed ha una limitata funzione consultiva. Si riunisce due volte all'anno per pochi giorni, e questa di agosto è stata la prima convocazione dell'assemblea dopo quella tenuta nel dicembre 2010.

Le conclusioni sono state tratte da Raul Castro il quale ha tenuto un discorso breve ma che contiene diversi spunti interessanti che vale la pena di rilevare per capire come si sta muovendo il gruppo dirigente e quali ostacoli incontra. Castro non ha ripreso i contenuti della riforma economica già ampiamente illustrati ai parlamentari, ma dal suo intervento possono essere enucleati quattro punti.

Il primo riguarda l'andamento congiunturale dell'economia cubana. I dati del primo semestre sono moderatamente positivi in quanto fanno registrare una crescita del Prodotto Interno lordo dell'1,9%. La previsione è che alla fine dell'anno l'economia cresca complessivamente del 2,9%. Questo dato va considerato alla luce della crisi economica internazionale che ha ricadute anche sulla realtà cubana. Inoltre Cuba paga negativamente l'aumento generalizzato a livello mondiale dei prodotti alimentari, che l'isola continua ad importare in grande quantità, data l'enorme difficoltà che si registra ad espandere l'agricoltura nonostante gli interventi di liberalizzazione dell'iniziativa individuale già avviati da tempo e che dovranno essere consolidati con la riforma economica decisa nei mesi scorsi.

Il secondo punto riguarda la riaffermazione della volontà di procedere alla ristrutturazione del'economia superando gli ostacoli frapposti da una parte della burocrazia. Castro ha usato parole dure tacciando settori dell'apparato del partito e dello stato ai vari livelli di inerzia, immobilismo, doppia morale, ecc. Nei confronti di questi comportamenti che violano la legalità il segretario del partito comunista ha minacciato il ricorso ai tribunali, anche se si è detto sempre favorevole ad utilizzare innanzitutto gli strumenti del confronto e del consenso. Mano dura quindi contro le resistenze burocratiche ma ci si deve chiedere se queste siano solo legate alla difesa di interessi personali o non siano anche in certi casi l'espressione di un malessere e di una preoccupazioni più ampi nei confronti del processo di riforma economica.

Il terzo e il quarto punto che mi sento di sottolineare dal discorso di Raul Castro, toccano due temi diversi, ma si pongono entrambi l'obbiettivo di mantenere o ampliare il consenso di settori importanti della società cubana.

Castro ha citato il caso di una iscritta al Partito Comunista Cubano, apertamente credente praticante, che è stata discriminata sul lavoro dai superiori proprio a causa di questa dichiarata inclinazione religiosa. Raul ha ricordato espressamente che un simile comportamento discriminatorio è vietato dalla legge e non può più essere accettato. Le istanze superiori del partito, venute a conoscenza dell'azione discriminatoria, sono intervenute a tutela della militante comunista. Aver voluto dare tanto rilievo a questa vicenda è indubbiamente un segnale rivolto più in generale al mondo cattolico di una volontà di apertura e di dialogo da parte della leadership cubana.

Infine, Raul Castro ha annunciato un cambiamento nelle politiche relative all'immigrazione. Per molto tempo chi voleva emigrare era considerato per ciò stesso un nemico del socialismo e questo aveva ricadute negative sugli interessati, ma metteva in difficoltà amici e parenti che volevano mantenere legami con chi se ne era andato dall'isola. Castro ha messo in evidenza che gran parte dell'emigrazione non ha motivazioni politiche, nonostante la strumentalizzazione che in tal senso è stata fatta soprattutto dagli Stati Uniti, ma prevalenti ragioni economiche, analogamente a quanto avviene per tanti altri paesi dell'America latina. I cambiamenti non sono stati indicati in maniera precisa, ma anche in questo caso si tratta di un segnale di apertura e di tolleranza rivolto ad un settore della popolazione che vede nell'emigrazione una possibilità di miglioramento delle prospettive economiche, ma che per questo motivo non deve essere considerato un oppositore.

Il senso dell'Assemblea nazionale è che il percorso di rinnovamento sta procedendo e Raul Castro sta dimostrando di avere la determinazione per portarlo avanti, molti però sono i problemi e gli ostacoli e quindi, va detto con chiarezza, l'esito non è affatto scontato.

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