lunedì 26 agosto 2013

La sinistra alternativa nelle elezioni europee del 2009 (Note sulla sinistra alternativa europea VI)

Le ultime elezioni europee si sono tenute nel 2009. La legislatura sta volgendo al termine e gli elettori di 27 paesi saranno chiamati a rinnovare il Parlamento Europeo nella primavera del 2014.

Può essere utile tornare sulle diverse posizioni che si sono espresse nel 2009, quando sono stati diffusi 4 documenti collettivi di forze della sinistra alternativa e dell'estrema sinistra. 

Questi manifesti o appelli erano i seguenti:

1) il manifesto elettorale del Partito della Sinistra Europea;
2) l'appello comune dei partiti del GUE/NGL
3) L'appello di 21 partiti comunisti
4) l'appello della "Sinistra anticapitalista europea".

Il documento più ampio e significativo è sicuramente il manifesto approvato dalla Sinistra Europea in vista delle elezioni. Si è trattato del primo documento elettorale collettivo che la maggior parte delle forze di sinistra sono riuscite a formulare unitariamente da quando si è votato per la prima volta per le elezioni dirette del Parlamento Europeo.
Per sintetizzare il documento della SE riporto quanto scritto da due ricercatori universitari Richard Dunphy e Luke March che hanno pubblicato uno studio specifico sulla Sinistra Europea nelle elezioni del 2009:
"La piattaforma comune della Sinistra Europea per il 2009, concordata in un vertice tenuto a Berlino nel novembre 2008, rappresenta un considerabile grado di convergenza politica in termini che sono altamente critici della direzione neoliberista dell'UE e chiaramente specifici circa le politiche alternative. La piattaforma critica la subordinazione degli Stati e delle società ad un "mercato finanziario incontrollato" che è ritenuto essere il risultato di "una mancanza di democrazia e della fine dello stato sociale". Vengono messe in discussione idee come la libera circolazione dei capitali senza controlli, la liberalizzazione e la privatizzazione dei servizi pubblici ed il ruolo e la missione della Banca Centrale Europea." Riafferma l'opposizione al Trattato di Lisbona in quanto incapsula "politiche antisociali e antidemocratiche" e fa appello invece a rafforzare le norme democratiche attraverso petizioni popolari, ampliamento dei poteri di co-decisione del Parlamento europeo e più forti relazioni tra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali; e per un nuovo trattato costituzionale discusso e votato dai cittadini di tutta l'Europa.
La piattaforma attacca l'intrusione del pensiero neoliberista nelle politiche dell'UE in aree come l'allungamento dell'orario di lavoro e l'allontanamento dell'età della pensione, la prevalenza delle ragioni del profitto nella gestione dei servizi pubblici, il deterioramento delle condizioni di vita, la crescita delle condizioni di lavoro precarie e le politiche migratorie restrittive. Si oppone alla militarizzazione della politica estera legata alla NATO e dichiara il sostegno al movimento contro la guerra.
Fa appello inoltre alla rifondazione dell'UE "sulle base di nuovi parametri", con priorità alla solidarietà, ai diritti dei cittadini e a nuove relazioni con l'ambiente ed il pieno impiego. Il modo di operare della Banca Europea Centrale deve essere cambiato, le sue politiche e le sue priorità legate alla creazione di occupazione e il credito e la emissione di moneta portate sotto "il controllo pubblico e sociale". Gli statuti della Banca Centrale Europea devono essere cambiati per consentire al Parlamento Europeo di avere un maggiore controllo politico su certe aree (come la politica di fissazione dei tassi di interesse); il Patto di Crescita e di Stabilità deve essere rimpiazzato da un nuovo patto "focalizzato sulla crescita, il pieno impiego, la protezione sociale ed ambientale" e devono essere introdotte nuove tasse sul movimento dei capitali e sui capitali speculativi. 
La Tobin Tax deve essere utilizzata per finanziare iniziative industriali orientate a ridurre le emissioni globali e a creare posti di lavoro. Standard europei sostenibili dovrebbero sostituire politiche di dumping sociale ed ambientale. La piattaforma impegna la SE a lottare contro le direttive che estendono l'orario lavorativo settimanale fino a 65 ore. Un massimo di 40 ore è un obbiettivo immediato realistico con un obbiettivo ulteriore di scendere a 35 ore. Viene rivendicato un salario minimo europeo pari al 60% del salario medio nazionale.
La piattaforma cerca un rafforzamento dei diritti degli immigrati senza espulsione di immigranti; un rovesciamento delle politiche di privatizzazione deve portare all'estensione di forti servizi pubblici. Un impegno specifico viene previsto nei campi della riduzione di emissioni globali, la riforma della Politica agricola comune e a sostegno dell'agricoltura biologica. Un impegno viene assunto per sostituire l'Unione europea di Difesa con un'agenzia per il disarmo. La piattaforma impegna la SE alla dissoluzione della NATO e alla prevenzione di ogni nuovo blocco militare. La NATO viene vista come una struttura che sta svolgendo un ruolo sempre più negativo, mantenendo la politica europea in una condizione di subalternità alla politica USA. E' fortemente sostenuto il ritiro delle truppe del'UE dall'Iraq e dall'Afghanistan così come la chiusura di tutte le basi NATO e USA in Europa.
In un passaggio cruciale che chiaramente differenzia la SE da altre forze della sinistra anticapitalista, la piattaforma afferma che "la SE è a favore dell'ulteriore allargamento dell'Unione Europea e per una stabile struttura paneuropea per superare tutte le ancora esistenti divisioni politiche ed economiche dell'Europa". Per consentire all'Europa di far fronte a questo allargamento occorre che essa diventi più democratica: "la ricostruzione democratica dell'Europa rimane un compito urgente dell'oggi". La SE perciò sostiene, inter alia, un rafforzamento dei diritti umani individuali fondamentali; "La Carta dell'UE per i Diritti Fondamentali deve diventare legalmente vincolante e ulteriormente sviluppata. L'UE deve unirsi alla Convenzione Europea sui Diritti Umani". Vengono appoggiate le nuove direttive UE che garantiscono il diritto delle donne per la libera contraccezione e per l'aborto all'interno dei sistemi sanitari nazionali e la messa fuorilegge di tutte le forme di discriminazione. (...)
Nel complesso la piattaforma attiva una forte critica dell'attuale direzione delle politiche dell'UE in molti campi, ma ugualmente chiarisce che le alternative cercate dalla SE non costituiscono un ritiro nel nazionalismo o nel protezionismo, o ad una vago discorso sull'Europa dei popoli; ma una serie di riforme concrete delle attuali istituzioni UE, procedure e pratiche che, si ritiene, possono avere l'effetto cumulativo di una ricostruzione dell'UE dall'interno."
La maggioranza dei partiti appartenenti al GUE, il gruppo parlamentare europeo, hanno approvato in una riunione tenutasi a Cipro ed ospitata dall'AKEL un appello comune in vista delle elezioni parlamentari europee. L'appello è stato sottoscritto da

Partito Comunista Austriaco
Partito Comunista di Bulgaria
AKEL (Cipro)
Partito Comunista di Boemia e Moravia
Alleanza Rosso-Verde
Partito Comunista di Finlandia
Partito Comunista Francese
Die Linke (Germania)
Patito Comunista Tedesco
SYNASPISMOS (Grecia)
Partito Comunista Operaio Ungherese
Partito dei Comunisti Italiani
Partito della Rifondazione Comunista
Partito Comunista Portoghese 
Partito dell'Alleanza Socialista (Romania)
Partito Comunista di Slovacchia
Partito Comunista Spagnolo
Izquierda Unida (Spagna)

Come si può vedere vi sono sia i principali partiti attivi nel processo di costruzione del Partito della Sinistra Europa, sia altri critici od ostili a tale processo, in particolare il Partito Comunista Portoghese. D'altra parte non tutti i partiti presenti nel GUE figurano tra i firmatari, come il Partito Socialista Olandese e il Sinn Fein irlandese, mentre sono completamente assenti i partiti della Sinistra Verde Nordica (la componente NGL del gruppo, di cui non fanno parte né l'Alleanza Rosso-Verde danese né il PC Finlandese).

Va rilevata in particolare l'assenza del Partito Comunista Greco, che si è differenziato dall'altro partito "ortodosso" il PC Portoghese. Kostas Papadakis del Comitato Centrale del KKE ha così giustificato la mancata firma e l'avversità nei confronti di questo appello.
"Dobbiamo ricordare che oltre al Partito della Sinistra Europea che fa circolare la sua piattaforma per le elezioni per il Parlamento Europeo, anche partiti del GUE/NGL, il gruppo tecnico confederale nell'ambito del'Europarlamento, hanno fatto lo stesso. Essi hanno adottato la loro presa di posizione come fanno dalle Euroelezioni del 1999. Dobbiamo sottolineare che questa specifica dichiarazione entra in conflitto con il vero carattere del GUE/NGL, trasformando uno strumento di collaborazione tecnica nel parlamento europeo in una struttura per la cooperazione politica e l'orientamento programmatico, che i firmatari promettono di sostenere nei rispettivi paesi e a livello europeo. Non è casuale che questo specifico documento abbia goduto di una pubblicità di massa in alcuni paesi come un documento di cooperazione tra partiti comunisti e partiti della "nuova sinistra"."
Per il KKE anche questa dichiarazione segue le stesse linee di "assimilazione" e di "umanizzazione" dell'Unione Europea. Il testo viene accusato di "minimizzare il fatto che la ristrutturazione capitalistica che è promossa dall'UE non è semplicemente il risultato di scelte compiute da governi neoliberali - come sostenuto nel documento - ma riflette una più profonda esigenza del capitale di rafforzare il profitto capitalistico e che è deve necessariamente essere affrontata e rovesciata a livello di potere".

Per quanto riguarda la crisi e le sue ragioni, nell'Appello Comune si afferma:
"L'Europa fronteggia una delle più severe crisi del capitalismo che può determinare serie conseguenze e pericoli per i lavoratori ed i popoli: Una crisi che è il risultato delle politiche neoliberali dell'Unione Europa, sancite nei trattati e nella 'strategia di Lisbona' - di promuovere una circolazione dei capitali senza regole, la liberalizzazione dei mercati e la crescente finanziarizzazione dell'economia, la riduzione degli investimenti pubblici; il crescente sfruttamento attraverso la perdita di valore dei salari e la deregolamentazione delle relazioni lavorative e la spinta alla liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici."
I partiti firmatari vogliono affermare che esistono alternative alle politiche militariste e neoliberali. "Il nostro obbiettivo è un'Europa di cooperazione, progresso sociale, uguaglianza, che promuova l'ambiente, rispetti la democrazia, la solidarietà e la pace. Solo un diverso corso per l'Unione Europea può contribuire a tutto ciò." Si può rilevare che il documento si muove lungo la linea della trasformazione dell'Unione Europea e delle sue politiche e non per il suo superamento. 

Il documento ha anche avuto la funzione di riaffermare il comune impegno nel Gruppo Confederale della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica, nel rispetto delle differenze e delle specificità nazionali e cercando "convergenze tra tutte le forze progressiste" che alimentano la diversità del gruppo e che vogliono lavorare insieme "per un'altra Europa, un'Europa dei popoli, della giustizia sociale, della solidarietà e della pace".

Se la piattaforma elettorale della Sinistra Europea e l'appello comune dei partiti del GUE raccolgono forze di orientamento e profilo ideologico diverso, gli altri due documenti cercano invece di dar voce ad una precisa corrente ideologica e di delimitarla rispetto al campo pluralista della sinistra alternativa europea.

La "Dichiarazione dei 21 partiti comunisti e operai" è stata promossa dal Partito Comunista Greco. Alla conferenza stampa di presentazione, a fianco di Aleka Papariga, al tempo Segretaria del KKE, vi erano Gyula Thurmer, del PC Operaio Ungherese, e Carmelo Suarez, del PC dei Popoli Spagnoli, due partiti molto piccoli e poco influenti.

L'elemento distintivo del documento è l'attacco all'Unione Europea in quanto tale:
"L'UE è una scelta del capitale. Promuove misure a beneficio dei monopoli, della concentrazione e centralizzazione del capitale. (...) L'Unione Europea è un pilastro del nuovo ordine imperialista, della globalizzazione capitalista." Pertanto viene chiesto "il diritto a svincolarsi dai molteplici legami con l'UE e la NATO". L'alternativa che viene proposta è formulata in termini molto generici: "Esiste un'alternativa per i popoli. Attraverso le lotte si promuove la possibilità di un'altra Europa, di una Europa di prosperità per il popolo, di progresso sociale, di diritti democratici, di pace e socialismo. " 
I 21 partiti firmatari sono i seguenti:

Partito del Lavoro del Belgio
Partito Comunista Britannico (CPB)
Partito Comunista di Bulgaria
Partito dei Comunisti Bulgari
Partito Comunista in Danimarca
Partito Comunista di Estonia
Partito Comunista di Grecia
Partito Comunista Operaio d'Ungheria
Partito Comunista d'Irlanda
Partito Operaio d'Irlanda
Partito Socialista di Lettonia
Partito Socialista di Lituania
Partito Comunista di Lussemburgo
Partito Comunista di Malta
Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi
Partito Comunista di Polonia
Partito Comunista Portoghese
Partito Comunista Romeno
Partito Comunista di Slovacchia
Partito Comunista dei Popoli di Spagna
Partito Comunista di Svezia

Come si può notare alcuni partiti hanno firmato sia questo che l'appello del GUE, tra cui il Partito Comunista Portoghese. Solo tre partiti tra 21 partiti firmatari sono presenti nel parlamento europeo, il KKE, il PC portoghese e il Partito Socialista Lettone.

L'ultimo documento che vogliamo richiamare riguarda le forze raccolte nella Conferenza della Sinistra Anticapitalista Europea, nella quale sono attive prevalentemente gruppi di orientamento trotskista.

L'elemento distintivo di questa rete di gruppi, per lo più di modestissime dimensioni, è contenuto in questo passaggio del breve appello approvato in una riunione svoltasi a Strasburgo il 9 aprile 2009.
"Tenendo conto delle particolarità di ogni paese, noi ci impegniamo a costruire un'opposizione coordinata e unitaria contro gli attacchi padronali e governativi e nello stesso tempo a creare le condizioni di una alternativa politica e di un polo anticapitalista che si appoggi sulle mobilitazioni popolari, difenda un'Europa al servizio dei lavoratori e dei popoli e rifiuti qualsiasi sostegno o partecipazione a dei governi con il social-liberalismo dei partiti socialdemocratici o del centro-sinistra". 
I firmatari più significativi di questo documento sono: il Nuovo Partito Anticapitalista francese, il Blocco di Sinistra portoghese (che però è anche parte della Sinistra Europea) ed il Partito del Lavoro Polacco.

Mentre non viene posto al centro il tema dell'uscita dall'UE come prioritario, a differenza dell'appello promosso dal KKE, è il rifiuto di qualsiasi collaborazione con la socialdemocrazia a livello di alleanze di governo a costituire il discrimine all'interno della sinistra alternativa europea. 

Franco Ferrari

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