mercoledì 7 agosto 2013

Note sulla sinistra alternativa europea (I): il New European Left Forum

In vista di un prossimo seminario di Rifondazione Comunista per il quale sono stato invitato a tenere un comunicazione sull'organizzazione dei principali partiti della sinistra europea, inizio a pubblicare alcune note di accompagnamento che toccano anche altri temi.

In particolare conto di pubblicare delle brevi sintesi sulle strutture organizzative transnazionali, sul seguito elettorale, sulla posizione in merito all'Unione Europea e all'euro ed infine una valutazione comparativa degli statuti su alcune questioni rilevanti di organizzazione della democrazia interna, formazione dei gruppi dirigenti e pluralismo.

I testi (al momento privi dell'apparato di note, ma solo con rimandi agli autori dei quali si riprendono le considerazioni) non seguiranno rigorosamente l'ordine finale col quale verranno raccolti e organizzati.

Il Forum della Nuova Sinistra Europea (NELF)


Il Forum (conosciuto come NELF, per la sigla del nome in inglese, New European Left Forum) è stato fondato a Madrid nel novembre del 1991. Ha subìto nel corso degli anni diverse trasformazioni e attualmente il suo ruolo sembra essere diventato molto marginale. Non sono riuscito a rintracciare informazioni su sue riunioni negli ultimi anni, il che indica o che non si sono tenute o che comunque hanno avuto pochissimo rilievo pubblico.

All'inizio il Forum raccoglieva soprattutto partiti post-comunisti o verdi di sinistra e si proponeva come punto di incontro di organizzazioni che si collocavano tra la socialdemocrazia e i partiti comunisti tradizionali. L'impatto della crisi e poi del crollo inglorioso del "socialismo realmente esistente" pesav ancora fortemente su molte forze della sinistra che rimettevano in discussione la loro tradizionale identità e ne cercavano una nuova.

Fra i partecipanti alla creazione del Forum, che vede in Izquierda Unida la principale forza-guida, si trova anche il PDS che si colloca nella fase di passaggio tra l'abbandono dell'identità comunista e l'adesione alla socialdemocrazia. La divisione delle forze comunista si era già rilevata al Parlamento europeo con la formazione di due gruppi parlamentari separati. Un gruppo largamente dominato dal PCI, in quel momento guidato da Occhetto e già in fase di trasformazione, raccoglieva Izquierda Unida, Synaspismos e i Socialisti popolari danesi. L'altro gruppo vedeva la presenza dei PC più tradizionali, francesi, portoghesi, greci e del Workers' Party irlandese (che proviene da una fazione marxista dell'IRA). Il PDS italiano abbandona rapidamente l'impresa del Forum ed anche del Gruppo europeo per approdare ai lidi socialdemocratici (Gruppo europeo, PES, Internazionale Socialista).  Con il Forum l'obbiettivo del PDS era soprattutto in funzione di portare con se in questa trasformazione parte delle forze di provenienza comunista.
Ecco quanto scrivevo in "Le sinistre e l'Internazionale": "I principali promotori dell'iniziativa sono il Pds (italiano) e la componente ex comunista di Izquierda unida tra cui, in particolare l'organizzazione catalana di Rafael Ribò, Iniciativa per Catalunya. Per il Pds è abbastanza evidente che si tratta di un'operazione strumentale rispetto all'avvicinamento e all'ingresso nell'Internazionale Socialista, cercando di staccare il più possibili settori di partiti comunisti per portarli all'avvicinamento con la socialdemocrazia". 
All'inizio l'impronta del Forum è decisamente "terzaforzista". Si tratta di coagulare quelle forze critiche del capitalismo che non si identificano con la socialdemocrazia perché troppo moderata ma nemmeno non il comunismo considerato ormai giunta al capolinea con il crollo dell'URSS.

Questa posizione fa sì che all'inizio diverse forze politiche di sinistra non vi aderiscano. Tra queste Rifondazione Comunista che al suo secondo Congresso rifiuta esplicitamente questa strategia e cerca di mantenere aperti i rapporti anche con i Partiti Comunisti "continuisti". 


In proposito scriveva Fausto Sorini (1995), allora dirigente del PRC: "Il progetto politico del Forum è la costruzione in Europa di un "terzo polo" rosso-verde a fianco dell'Internazionale Socialista, escludendo la maggior parte dei partiti comunisti europei e la PDS tedesca (e questa discriminazione ideologica è la ragione per la quale Rifondazione Comunista, pur essendo stata più volte sollecitata a farne parte, ha deciso di non aderirvi). E' interessante notare che nel documento "Una nuova Europa per un nuovo Mondo" approvato dal Forum nella sua penultima sessione di Barcellona, i membri del Forum si definiscono come "socialisti" e ogni riferimento alla presenza comunista in Europa è semplicemente eliminata. un progetto recente di IU definisce il Forum come "un progetto equidistante tanto dal'internazionale Socialista che dal comunismo del PC portoghese e del PC francese".

Nel 1994, in una riunione del Forum che si tiene a Barcellona viene approvato un manifesto intitolato "Una nuova Europa per un nuovo mondo". Il preambolo del manifesto suggerisce che le tradizioni della sinistra e la mobilitazione ecologista siano le componenti di un'unica volontà. I temi ambientalisti sono oggetto di numerose sottolineature e vengono denunciati come pericoli il crescere del nazionalismo, della xenofobia e del razzismo. Il primo obbiettivo della sinistra di trasformazione, verde e alternativa è sempre la protezione e l'estensione della democrazia mentre il pluralismo e la diversità all'interno del movimento progressista vengono valutati come elementi positivi.

Per quanto riguarda l'Europa, si propone che essa sia policentrica, costruita a partire da differente reti transregionali. Nella conferenza vengono espressi pareri diversi sulle prospettive del'Unione Europea e alcuni partiti restano contrari all'adesione come quelli i scandinavi. Nonostante queste differenze vi è un generale accordo su principi fondamentali, secondo secondo quanto scrive Stephen Hopkins, che partecipa al meeting per conto della Democratic Left irlandese.

Inoltre la dichiarazione propone di rafforzare il ruolo della Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa, che possa agire come organizzazione regionale di sicurezza sotto l'egida dell'ONU, mentre si chiede il superamento della NATO.

Sul piano economico vengono presentati alcuni obbiettivi tra i quali la riduzione dell'orario di lavoro, mentre la piena occupazione resta un traguarda fondamentale. Vengono criticati i principali organismi internazionali che gestiscono le politiche economiche quali il Fondo Monetario Internazionale, la banca Mondiale, l'allora G7 (Hopkins, 1994).

Sul piano organizzativo, il Forum si basa sul principio dell'adesione formale anche se è consentito partecipare come osservatori. Fino a qualche anno si tenevano due meeting all'anno in città diverse d'Europa. La preparazione dei meeting era normalmente affidata da 3 partiti, tra cui, naturalmente quello che lo ospitava.

Rispetto all'iniziale impostazione "terzaforzista", il Forum si è poi parzialmente modificato con l'ingresso di alcuni partiti comunisti, tra cui il francese, Rifondazione Comunista e il PdCI. Il PC Portoghese, tradizionalista ma meno settario di quello greco, vi ha aderito come osservatore. Nel corso del tempo la composizione del Forum è cambiata anche in relazione ai mutamenti avvenuti tra le forze politiche che si collocano a sinistra del socialdemocrazia.
Anche la PDS tedesca inizialmente esclusa viene poi accolta, come ricorda Helmut Ettinger della Linke: "La PDS è componente del NELF dal 1995. L'adesione non vene resa facile perché si trattava del partito erede di una forza dominante in uno stato del socialismo reale. Le precondizioni per la sua accettazione nel gruppo furono a) una completa e onesta rivalutazione della propria storia, b) un chiaro impegno per la democrazia  come principio della vita interna di partito e del cambiamento sociale e c) una percepibile influenza sulla società. "
Le ultime informazioni disponibili indicano i seguenti partiti membri del Forum:

Partito Socialista Popolare (Danimarca)
Die Linke (Germania)
Partito Socialdemocratico del Lavoro Estone
Alleanza di Sinistra (Finlandia)
PC Francese
Movimento dei Cittadini (Francia)
Synaspismos (Grecia)
Partito della Rifondazione Comunista (Italia)
Partito dei Comunisti Italiani
Partito Socialista di Sinistra (Norvegia)
Partito di Sinistra (Svezia)
Partito Svizzero del Lavoro
Izquierda unida (Spagna)
Iniziativa per Catalogna

Come osservatori, i seguenti partiti:

Partito Comunista Austriaco
Partito Comunista Portoghese
AKEL (Cipro)
GUE/NGL (gruppo unitario al Parlamento europeo)

Fonte: Schirdewan 2009 (il bollettino del dipartimento internazionale del PdCI, indicava nel 2008 come partiti membri anche l'Alleanza Rosso-Verde danese, la Sinistra lussemburghese, il Blocco di Sinistra portoghese, il Partito della Libertà e della Solidarietà turco e come osservatori la Sinistra Verde olandese ed il Partito Socialista olandese).

Il NELF è stato oggetto di un particolare impegno da parte de PdCI che ne ha ospitato le riunioni in Italia, l'ultima nel 2008. In un primo momento era stato valorizzato in contrapposizione al neonato Partito della Sinistra Europea, nel quale vi era un forte protagonismo del PRC ed in particolare dell'allora leader Bertinotti. In una fase successiva il NELF viene valutato come un spazio politico che offre un'opportunità di confronto e di costruzione di un percorso che la sinistra deve compiere, al fine di evitare la dispersione del proprio potenziale. Il suo ruolo, che viene equiparato in prospettiva a quello del Forum di San Paolo in America Latina, non viene posto in concorrenza con il Partito della Sinistra Europea. Viene considerato prioritario lo sviluppo del NELF, anche per consentire un avvicinamento tra PRC e PdCI, dei quali si sostiene la sostanziale convergenza sui temi dell'Unione Europea.
La qualità positiva del Forum era così definita da Cinzia Palazzolo, nel 2008 responsabile Europa  del PdCI: Il forum, così come è accaduto per il Foro di San Paolo, in America latina, apre la via a nuove forme di dialogo e di confronto, poiché la natura di uno strumento transnazionale, introdotto per evitare la formazione di una nuova Internazionale, pone il rispetto reciproco e la collaborazione come elementi di base su cui costruire le relazioni interpartitiche. L'originalità di questo strumento sta proprio nel sapere mettere accanto forze che resterebbero, altrimenti, separate tutt'oggi da "muri" invalicabili per incomunicabilità tra i luoghi politici diversi, che se non esistesse più il NELF, resterebbero accentuerebbero certe differenze a scapito degli elementi comuni."
Il Forum è stato una delle sedi nelle quali è maturato il progetto del Partito della Sinistra Europea, anche se non tutti i partiti aderenti hanno condiviso dall'inizio il percorso. Ha consentito però di avvicinare forze politiche diverse che hanno potuto costruire così una base comune. L'obbiettivo dichiarato era di mantenere pienamente il ruolo del Forum come sede autonoma di confronto tra un arco di forze politiche diverso e più ampio di quanto non avesse partecipato alla creazione del Partito della Sinistra Europea. 
Scrive ancora Helmut Ettinger, della Linke: "La forma flessibile, rilassata, di collegamento fu allora - dopo la loro esperienza nel movimento operaio e comunista internazionale degli anni precedenti lo sconvolgimento - ed è ancora oggi per alcuni il tipo di cooperazione delle forze di sinistra appropriato ai nostri tempi. Dall'altro lato, l'esperienza del NELF stesso ha fatto crescere in molti partiti nel corso del tempo il desiderio per una maggiore cooperazione. L'idea di dare il via al progetto del partito europeo comune è nata in quegli ambiti."
Con il crescere delle adesioni al Partito della Sinistra Europea, il Forum sembra però entrato in crisi di identità, trovandosi ad essere per molti un doppione dell'SE, per di più meno efficace.

Franco Ferrari

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