domenica 18 agosto 2013

Note sulla sinistra alternativa europea (III): Il Partito della Sinistra Europea

Il Partito della Sinistra Europea è stato fondato nel maggio 2004 a Roma. E’ utile sintetizzare il percorso che ha portato alla creazione di questo partito sovranazionale, seguendo per questo la ricostruzione che ne ha fatto Helmut Ettinger della Linke tedesca. Tra le forme preesistenti al Partito vi erano il NEL e il GUE/NGL dei quali ho già trattato. La forma flessibile del NELF era per diversi partiti ed è tutt’ora il tipo di collegamento preferito mentre, per altri, da quell’esperienza è nata l’esigenza di creare un partito comune di livello europeo.

Tra il 1996 e il 1998 il leader dei maggiori partiti di sinistra europei si sono incontrati per tre volte a Madrid e a Berlino per definire una posizione comune sulla politica europea al massimo livello. Quel tipo di incontro tuttavia, definito da qualcuno un po’ ottimisticamente il “processo di Madrid”, non è proseguito negli anni successivi. Al meeting di Berlino del 5 giugno 1998, l’allora presidente della PDS Lothar Bisky sollecitò la ricerca di nuove forme comuni di collaborazione politica che andassero oltre il NELF e il GUE/NGl.

Il suggerimento incontrò il favore generale. Quello, scrive Ettinger, fu l’inizio concreto della discussione attorno all’idea di formare un partito della sinistra europea. Al meeting di Berlino erano presenti il PC (Belgio), il Partito Socialista del Popolo danese, la PDS tedesca, l’Alleanza di Sinistra finlandese, il PCF e il Movimento dei Cittadini francesi, il Synaspismos e il KKE greci, la Sinistra Democratica irlandese, il PRC, il Partito Socialista olandese, il PC Austriaco, il PC Portoghese, il Partito di Sinistra svedese, il Partito svizzero del lavoro, Izquierda Unida, Iniciativa por Catalunya, l’AKEL cipriota e il GUE/NGL.

Nel 1999, 13 partiti lavorano per la prima volta alla preparazione di un appello comune per le elezioni europee che diventa poi la base per l’attività del GUE/NGL. A margine delle riunioni del NELF di Copenhagen nel giugno 2002 e di Parigi nel gennaio 2003, si realizza una più intensa discussione sul progetto di partito europeo.

Nel marzo 2003 un gruppo di iniziativa si riunisce ad Atene ed inizia a lavorare su un progetto di Statuto e di Manifesto. I promotori furono il PCF, il Synaspismos, il PRC, la PDS tedesca, il PC Austriaco, Izquierda Unida ed alcuni pochi altri partiti. La PDS invita un certo numero di partiti a Berlino nel gennaio 2004 e dall’incontro esce un appello sottoscritto da 11 partiti per la fondazione di un partito della sinistra europea, insieme ad una bozza di statuto e di manifesto. All’incontro sono invitati non solo i partiti che poi firmeranno l’appello ma anche quelli che sono scettici o hanno un atteggiamento di attesa nei confronti del progetto. Sempre secondo Ettinger l’incontro di Berlino va visto come il momento catalizzatore del progetto ed anche l’occasione nel quale, vista la massiccia presenza dei media al meeting, esso diventa patrimonio di una fetta di opinione pubblica. Il Congresso di fondazione viene fissato a Roma l’8 e 9 maggio 2004.
“La fondazione del Partito della Sinistra Europea è stata così – scrive Ettinger - la logica conseguenza di più di un decennio di stretta, costruttiva e fiduciosa cooperazione dei partiti della sinistra trasformatrice nell’ambito del NELF, del gruppo GUE/NGL e di altri contesti internazionali. “
Ettinger spiega che vi sono due motivi principali per i quali non è più soddisfacente una forma di cooperazione meno impegnativa. I partiti che hanno deciso di formare la sinistra europea hanno innanzitutto una comune urgenza di unire le forze per influenzare con più peso gli eventi europei. L’altro è quello di fare di Sinistra Europea un partner concettualmente e politicamente potente per i sempre più attivi movimenti sociali e per la pace in Europa. Questa rapporto coi movimenti è da eguali e viene respinta ogni pretese di aspirare ad un ruolo di avanguardia. Lo statuto della Sinistra Europea stabilisce espressamente la possibilità per i partiti membri di far parte anche di altre alleanze, europee ed extraeuropee. Ad esempio non è mai stato messo in discussione di partecipare ad incontri di soli partiti comunisti e di aggregazioni della sola estrema sinistra.
 “Manifesto, Statuto, discorsi e contributi alla discussione al Congresso di Fondazione – scrive Helmut Ettinger – lo identificano come un partito della sinistra emancipatrice, democratico, trasparente ed aperto orientato ad azioni politiche comuni per un Europa sociale, democratica, ecologica, pacifica e cosmopolita, che coopera in condizioni di parità con altri partiti di sinistra, sindacati, movimenti sociali e pacifisti ed organizzazioni non governative. Allo stesso tempo le sue politiche non sono arbitrarie: il suo consenso interno di base include democrazia interna, autonomia dei partiti nelle loro politiche nazionali e anti-stalinismo.” 
La fondazione del Partito della Sinistra Europea ha suscitato diverse controversie con partiti che per vari motivi hanno deciso di non farne parte o di aderirvi solo in qualità di osservatori. Il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSCM) ha partecipato al processo fondativo sono nella fase finale. Sono stati trovati compromessi su molte delle sue richieste di emendamento alla bozza di statuto. Il punto di dissenso rimasto fino alla fine che ha portato questo partito a non diventare membro a pieno titolo della Sinistra Europea è stato il riferimento allo stalinismo nello statuto, mentre i comunisti boemo-moravi chiedevano che si parlasse solo, più genericamente, di “pratiche antidemocratiche”. Un elemento che ha suscitato molta discussione è stata la decisione di prevedere la possibilità di una iscrizione diretta alla Sinistra Europea e questa non solo nei Paesi nei quali non vi è un partito membro. Non sembra però che questa formula abbia avuto un impatto siginificativo.

Ettinger risponde anche ad alcune delle principali obiezioni avanzate al progetto della Sinistra Europea.

Si è obbiettato che l’ambito dell’Unione Europea è troppo ristretto. Un partito europeo che non includa il PC della Federazione Russa e altri partiti dell’est Europa non merita di chiamarsi europeo. Senza escludere la volontà di allargamento, Ettinger risponde che l’ambito dell’UE è stato scelto per pragmatismo e realismo. L’Unione Europea è in una fase di sommovimento che richiede “un’enorme concentrazione di forze e di sforzi da parte della sinistra per far sentire la propria influenza in questa fase di cambiamento strategico di rotta”. Inoltre vi sono partiti che non sono ancora pronti per decidere l’adesione al progetto. Si è quindi partiti da quelle forze politiche che sono più vicine per storia, cultura politica ed esperienza. Questo non toglie la necessità di una più stretta collaborazione con quei partiti che non ritengono di aderire al progetto.

Un’altra critica riguarda il fatto che solo alcuni partiti sarebbero ammessi alla Sinistra Europea e le forze comuniste in particolare ne sarebbero escluse.
“Il processo di fondazione – risponde Ettinger – è stato aperto e trasparente dall’inizio. (…) Ogni partito che lo abbia considerato importante e prioritario ha potuto prendervi parte. “ 
Per quanto riguarda l’esclusione delle forze comuniste, Ettinger replica che una serie di partiti membri e osservatori dell’SE si definiscono comunisti e nessuno mette in questione tale scelta. Altri si definiscono in modo diverso. La tolleranza è il modo di essere della SE ed è aperto anche a partiti di recente formazione della sinistra non comunista.

Un’ulteriore accusa è quella secondo la quale la Sinistra Europea non sarebbe un’iniziativa dei partiti partecipanti ma uno strumento dell’Unione Europea per spezzare la resistenza della sinistra europea all’UE. In particolare viene richiamato l’articolo 191 nel quale è scritto che “i partiti politici…contribuiscono a formare una coscienza europea.” Tutto quello che si può dire è che la SE non è un partito anti-europeo. Il suo Statuto stabilisce che esso “sostiene lo sviluppo di una identità europea in accordo con i nostri valori ed obbiettivi. Valori ed obbiettivi che sono formulati secondo il punto di vista della sinistra e che nulla hanno a che vedere con il grande capitale”. “Il Partito della Sinistra Europea non è né il prodotto di una cospirazione imperialista, né uno strumento dell’Unione Europea, né un artificio per dividere. E’ il risultato di anni di esperienza da parte della sinistra europea con le forme attuali e i risultati della loro cooperazione, che non appaiono più sufficienti e prioritarie oggi. E’ un passo di dimensioni storiche”, scrive Ettinger.

Dopo il Congresso di fondazione a Roma nel 2004, i congressi del Partito della Sinistra Europea si sono tenuti ad Atene, a Praga e a Parigi. Obbiettivo del Partito è stato quello di costruire uno spazio di lavoro e d’azione comune tra partiti socialisti, comunisti, rosso-verdi ed altri partiti democratici di sinistra, partiti e organizzazioni indipendenti e sovrani che operano sulla base del consenso.

Il dirigente del Partito Comunista Francese Jean-François Gau ha tratto un bilancio dell’esperienza della Sinistra Europea in un intervento tenuto nel maggio 2011 a Berlino.  Nel corso dei quasi 7 anni dalla fondazione dell’SE il lavoro  è iniziato ed ha permesso di approfondire dei punti di vista condivisi attraverso l’elaborazione di documenti comuni nei congressi o in occasione di scadenze importanti come le elezioni al Parlamento europeo, la creazione di reti e gruppi di lavoro, campagne ed iniziative d’azione comune, le Università d’estate organizzate ogni anno, le relazioni stabilite con le forze progressiste d’ America latina, d’Africa e d’Asia, le lotte condotte unitamente per la giustizia sociale e contro la precarietà, nella solidarietà al popolo palestinese, per la pace e contro l’intervento della NATO e dell’Europa in Aghanistan, ed in particolare nella lotta contro il trattato costituzionale europeo nel 2005 e contro l’adozione del trattato di Lisbona.

Due momenti questi ultimi che Jean François Gau definisce come fondatori dell’identità politica ed ideologica del Partito della Sinistra Europea. Queste azioni hanno anche consentito di accogliere nuove forze nelle fila della Sinistra Europea. Il 3° Congresso che si è tenuto a Parigi nel 2010 ha quindi potuto avvalersi di un bilancio incoraggiante ma ha anche evidenziato dei limiti, per superare i quali si è deciso di dare un’impronta più collegiale alla direzione. Il segretario del PCF, Pierre Laurent, è stato eletto presidente di SE. Dopo la sua elezione ha dichiarato che “due principi devono guidarci. Innanzitutto il rispetto di ciascun partito. Noi lavoriamo in condizioni di eguaglianza, ad immagine dell’Europa che vogliamo. In secondo luogo, la trasparenza, la solidarietà. Non ci possono essere partiti che sono “consultati” ed altri solamente “informati”. Ciascun partito ha il diritto alla parola e il consenso è per noi un modo non per bloccare la macchina, bensì per progredire assieme verso ciò che più ci unisce. Noi abbiamo fatto la scelta di rafforzare il lavoro collettivo e collegiale dotandoci di quattro vicepresidenti e il segretariato, anch’esso, evolverà nel suo modo di lavorare”.

Nel merito della fase politica Pierre Laurent si è così espresso al 3° Congresso di Parigi della SE:
“Noi siamo in un momento storico, un momento chiave per l’avvenire dell’Europa. Gli sviluppi della crisi capitalistica a scala internazionale – una crisi sistemica del modello capitalistico finanziario mondializzato – stanno per affondare l’Europa dentro un ingranaggio regressivo drammatico. Le logiche ultraliberali che dominano l’attuale costruzione europea hanno consacrato l’onnipotenza dei mercati finanziari. E questi mercati in crisi cercano di far pagare la loro crisi a tutti i salariati dell’Unione Europea. Non si tratta solamente di una crisi finanziaria. E’ una crisi globale, finanziaria, economica, sociale, ecologica, politica e democratica. Sono tutti i modelli di sviluppo umano che sono messi in causa. (…) Bisogna fermare questa macchina infernale. Solo la crescita di un movimento di massa profondo dei popoli per un’altra visione della loro cooperazione possono capovolgere la situazione”.
Nel periodo successivo al 3° congresso che si è tenuto a Parigi, la Sinistra europea è intervenuta più volta sui temi della crisi economica e sociale. In una dichiarazione approvata ad Atene il 14 e 15 luglio 2012 si dichiara che:
“La causa reale (della crisi, ndr) discende dalle contraddizioni del capitalismo finanziario, e dal carattere neoliberale dei trattati europei (da Maastricht in poi). Le regole dell’ultimo trattato europeo non sfuggono alla tendenza neoliberale e mettono l’accento sulla “competitività” come principio base essenziale. Noi respingiamo questi trattati, perché siamo a favore di istituzioni democratiche europee, rispettose dei diritti dei popoli e perché vogliamo che il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali abbiamo l’ultima parola in ogni situazione critica.  
Una volta di più i popoli d’Europa saranno chiamati a pagare il prezzo della socializzazione delle perdite massicce. Perderanno anche la loro sovranità e i loro diritti democratici, poiché i bilanci nazionali saranno supervisionati dalla Commissione europea e dal “Consiglio per l’euro” che è un organismo non eletto”.
In sintesi “il Partito della Sinistra Europea reitera la sua convinzione che solo la messa sotto controllo pubblico e democratico del settore bancario e la trasformazione radicale dell’architettura neoliberale della zona euro e dell’unione Europea, permetteranno l’uscita dalla crisi.” 
Se si vuole stimolare l’occupazione e facilitare gli investimenti pubblici è tempo di aumentare i salari, organizzare la ridistribuzione dei redditi tra capitale e lavoro e di mettere all’opera una tassazione conseguente dei redditi elevati e della ricchezza piuttosto che di promuovere costantemente la redditività del settore finanziario.
Per quanto riguarda il debito pubblico è necessario dare una soluzione duratura alla crisi iniziando da una modifica radicale del ruolo della BCE e trasformandola in una vera banca centrale, che diventi prestatrice in ultima istanza attraverso l’acquisto di obbligazioni di Stato, in modo da bloccare il gioco speculativo sulle obbligazioni degli stati membri più vulnerabili. 
Il documento di Atene indicava tre obbiettivi concreti ed immediati: 1) L’impegno dei parlamentari europei e di tutti i militanti inseriti nelle realtà sociali l’impegno ad impedire la ratifica del Patto fiscale di bilancio (Fiscal compact) e dei programmi di austerità e dei Memorandum, 2) di partecipare all’avvio del processo degli Altersummit; 3) di lanciare una iniziativa di cittadinanza europea, con la raccolta di un milione di firme in tutti i Paesi UE per la creazione di una banca pubblica di sviluppo sociale, ecologico e solidale.
Obbiettivi che sono in minima parte sono stati raggiunti. Il primo perché i rapporti di forza sono ancora largamente sfavorevoli alla sinistra, il terzo perché è stato bloccato e respinto dalla Commissione Europea. L'Altersummit si invece tenuto ad Atene nel giugno 2013.

In un intervento recente, Pierre Laurent ha sottolineato che l’ambizione è di “rifondare la costruzione europea”, in altre sedi si è parlato di "rifondazione sociale e democratica dell'Europa". Per questo serve la costruzione di un fronte europeo per l’alternativa che associ altre forze e di questo si parlerà al prossimo congresso della Sinistra Europea che si terrà a Madrid dal 13 al 15 dicembre prossimi.

Le elezioni europee 2014, ha scritto ancora Pierre Laurent, dovranno essere l’occasione per  “una grande battaglia popolare”. “Dovremo insieme evitare – aggiunge – la trappola riduttiva tra l’Europa così com’è o l’”uscita dall’Euro o dall’UE", per far progredire invece la nostra idea di rifondare l’Europa”.

Attualmente sono membri a pieno titolo del Partito della Sinistra Europea i seguenti partiti:

Partito Comunista Austriaco
Partito Bielorusso della Sinistra “Un Mondo Giusto”
Partito Comunista (Vallonia-Bruxelles)
Forum Comunista (Fiandre)
Sinistra Bulgara
Alleanza Rosso-Verde (Danimarca)
Partito della Sinistra Estone
Partito Comunista Finlandese
Alleanza di Sinistra (Finlandia)
Partito Comunista Francese
Partito di Sinistra (Francia)
Sinistra Unitaria (Francia)
Synaspismos (Grecia, confluito in Syriza)
Partito dei Lavoratori d’Ungheria 2006
Partito della Rifondazione Comunista (Italia)
La Sinistra (Lussemburgo)
Partito dei Comunisti della Repubblica di Moldavia
Blocco di Sinistra (Portogallo)
Partito dell’Alleanza Socialista (Romania)
Rifondazione Comunista di San Marino
Partito Comunista di Spagna
Sinistra Unita (Spagna)
Sinistra Unita e Alternativa (Catalogna)
Partito del Lavoro di Svizzera
Partito della Libertà e della Solidarietà (Turchia)

I seguenti partiti hanno lo status di osservatori

AKEL (Cipro)
Partito Cipro Nuovo
Partito Cipro Unito
Partito Comunista di Boemia e Moravia
Partito Comunista Tedesco
Sinistra Rinnovatrice Comunista ed Ecologista (Grecia, confluita in Syriza)
Partito dei Comunisti Italiani
Giovani Socialisti (Polonia)
Partito Comunista di Slovacchia

Ho eliminato dalla lista pubblicata sul sito ufficiale dell’SE due gruppi osservatori che, a quanto mi risulta, non sono più esistenti: “Une Autre Gauche” (Belgio) e “Sinistra Europea” (Italia).

Rispetto al momento della fondazione, la composizione della Sinistra Europea si è modificata ed allargata. Da un lato ne sono usciti il piccolo Partito Operaio Ungherese il 1° maggio 2009, dopo essere stato l’unico partito a votare contro il documento del 2° congresso, in quanto non condivideva la valutazione critica delle esperienze del socialismo reale ed in particolare la nozione di “stalinismo” . Il partito è tornato a richiamarsi al “Marxismo-Leninismo” come riferimento ideologico esclusivo e quindi in contrasto con quello che considera il “riformismo” della Sinistra Europea.  Il partito ha subito una scissione nel 2005 della fazione “rinnovatrice” che ha dato vita al Partito dei Lavoratori d’Ungheria 2006, successivamente accettato come membro della Sinistra Europea.

Il Partito Comunista Slovacco, inizialmente membro fondatore al congresso di Roma, ha successivamente deciso di allinearsi con il Partito Comunista Boemo-Moravo e di diventare osservatore.

Nonostante queste limitate defezioni dai 15 partiti inizialmente coinvolti nel progetto si è arrivati agli attuali 34.

Tra i partiti critici ha mantenuto la propria posizione il Partito Comunista Portoghese che nel suo ultimo congresso ha dichiarato che della Sinistra Europea non condivide "la logica sopranazionale e la natura ideologica" e di considerarlo una "falsa risposta" all'esigenza, che pure è riconosciuta valida, della cooperazione delle forze anticapitaliste europee, in questo distinguendosi nettamente dalla posizione del KKE greco. Per il raggiungimento di questa esigenza, la collaborazione tra le forze anticapitaliste europee, non avanza però proposte alternative.

Franco Ferrari

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